“Il capo di gabinetto: nauseato e offeso, fu il vicepremier a chiedermi di parlare con l’ambasciatore“. Con queste parole di Giuseppe Procaccini, capo di gabinetto dimissionario del ministero dell’Interno, viene affossata tutta la ricostruzione che ieri ha letto in Parlamento il titolare del Viminale, Angelino Alfano.
Il virgolettato è l’occhiello nella titolazione di prima pagina del Corriere della Sera, mentre il titolo di apertura del quotidiano diretto da Ferruccio de Bortoli è: “Alfano: il governo era all’oscuro”. Come si può vedere, titolo e occhiello stridono, ma l’effetto è tutt’altro che positivo per il vicepremier Alfano. Anche perché il sommario di prima pagina del quotidiano milanese dice: “Ma Procaccini si dimette e rivela: vidi i kazaki e informai il ministro”.
La versione di Procaccini che sconfessa quella del suo diretto superiore è registrata anche dal quotidiano Repubblica che però, rispetto a quanto deciso dal Corriere della Sera, la enfatizza meno nella titolazione di prima pagina e all’interno. Tanto che solo all’interno della intervista a Procaccini a pagina 4, e nemmeno nella titolazione ma nel corpo dell’articolo, si possono leggere questi virgolettati del dimissionario capo di gabinetto di Alfano. Alla domanda del giornalista Carlo Bonini (“Era stato il ministro Alfano a chiederle di ricevere l’ambasciatore kazako?”), Procaccini risponde: “Sì, ero stato informato che l’ambasciatore doveva riferirmi una questione delicata”. E solo questa dichiarazione basta a screditare la versione fornita dal titolare del Viminale ieri in Parlamento.
Procaccini rivela altri particolari sulle informazioni che ha scambiato con Alfano sulla questione. Domanda ancora il giornalista di Repubblica: “E lei, dopo aver incontrato l’ambasciatore, riferì al ministro Alfano quanto le aveva chiesto sul conto di Ablyazov? Che della questione si sarebbe occupato il Dipartimento?”. La risposta di Procaccini è la seguente: “Sì, gliene accennai successivamente (…). Non la sera del 28, perché ricordo che l’incontro con l’ambasciatore al ministero finì molto tardi. Direi dunque il giorno successivo, il 29”. E lo fece per iscritto?, chiede Bonini. Risposta del capo di gabinetto dimissionario del dicastero dell’Interno: “Verbalmente. Penso sia normale”.
Altra domanda clou del giornalista di Repubblica: “Dunque il 29 maggio il ministro dell’Interno sapeva che la diplomazia kazaka aveva chiesto l’arresto di un latitante. Corretto?”. Risposta di Procaccini: “Sì. Di un pericoloso latitante”.
Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera nota la contraddizione principale fra la versione di Alfano letta alle Camere e la ricostruzione di Procaccini. Mentre Alfano ha detto di aver “saputo di questa storia per la prima volta quando sono stato contattato da Emma Bonino”, Procaccini invece fornisce un’altra versione. “Nega – scrive Sarzanini sul Corriere della Sera – di avergli parlato dell’espulsione e dell’avvenuto rimpatrio, ma conferma di averlo informato relativamente al colloquio avuto con il diplomatico”.
Nella tarda mattina di oggi, comunque, Procaccini ha precisato che la sua versione non contraddice la ricostruzione di Alfano.