Non ha destato particolare successo la lettera che Diego Della Valle ha inviato, con tanto di pubblicità sui giornali, al presidente della Repubblica. Il patron di Tod’s con la missiva al capo dello Stato intendeva richiamare l’attenzione di Giorgio Napolitano sui cambiamenti in atto nel gruppo Rcs, evocando la possibilità che “chiunque tenti di prenderne il controllo per poterlo poi utilizzare come strumento di pressione”. Ogni riferimento a Fiat, pur non menzionata, era voluto.
La proposta dell’imprenditore marchigiano
Della Valle, rivolgendosi in maniera inconsueta al presidente della Repubblica, ha anche auspicato nella lettera che lui, Fiat, Intesa e Mediobanca “invece di rafforzare le posizioni” facciano un passo indietro e lascino completamente “l’azionariato del gruppo liberandolo così da tutte le vecchie polemiche e da tutte le dietrologie di ogni tipo”.
La replica del capo dello Stato
“Ho letto l’appello del Dottor Diego Della Valle pubblicato stamattina sulla stampa – si legge in un comunicato del presidente della Repubblica – e ne ho colto l’intento dichiarato di operare nell’interesse generale di una libera e corretta evoluzione del mondo della stampa e dell’informazione”. Una frase tra il serio, il beffardo e l’ironico. Ma continuiamo nella lettura del comunicato del Quirinale: “E’ mio impegno quotidiano richiamare tutte le forze rappresentative del Paese al massimo sforzo di lungimiranza e di coesione in questa delicata fase della vita nazionale”. La cortesia nel rispondere da parte di Napolitano fa comunque il paio con un rimbrotto indiretto su competenza e merito delle questioni sollevate da Della Valle: “Naturalmente non spetta a me alcun commento su questioni e proposte rimesse alla libera determinazione di soggetti economici e imprenditoriali e al giudizio del mercato”. In altri termini si rispedisce al mittente la missiva…
Le parole del banchiere
Meno formali e più birichine le reazioni di Giovanni Bazoli, presidente di Intesa, azionista di Rcs. “In dichiarazioni di pochi giorni fa, Della Valle auspicava un azionariato a 5. La sua posizione è cambiata?”, si è chiesto oggi Bazoli, già “arzillo vecchietto” secondo una vulgata recente di Della Valle nel corso della presentazione di un libro edito dal Mulino. Bazoli ha esordito precisando di non voler fare alcuna dichiarazione nel merito della situazione che si è venuta a creare in Rcs perché, ha spiegato, ”domani si apre l’asta per i diritti e sarebbe assolutamente scorretto fare qualunque dichiarazione”. Anche perché, ha ricordato, Intesa Sanpaolo è socia e membro del consorzio di garanzia. Bazoli ha invece sottolineato di voler fare una ”affermazione di carattere istituzionale senza entrare nel merito”. In particolare il numero uno di Intesa Sanpaolo ha fatto ”un parallelo che porterà a possibili polemiche: ed è quello con chi auspica l’uscita delle fondazioni dalle banche. E’ tutto corretto dal punto di vista dei principi – ha detto – ma poi bisogna essere concreti: quali sono i privati disposti a intervenire?”.