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Disoccupazione, risparmi, vendite. I numeri che deprimono l’Europa

Alti tassi di disoccupazione, inflazione troppo bassa, che dà più spazio alle politiche monetarie della Bce, un risparmio crescente e un crollo degli investimenti e dei consumi, anche in Germania.

Il quadro creato dai numeri della Bundesbank e da quelli pubblicati oggi da Istat ed Eurostat lasciano poco spazio all’ottimismo.

Se gli Stati Uniti rimettono in moto i consumi e registrano un tasso di disoccupazione a una cifra, l’Europa si vede in trappola, quella della liquidità. Aumentano le risorse messe in circolazione, ma frenano i consumi. Smentendo così anche la relazione inversa, teorica, tra disoccupazione e inflazione.

La disoccupazione in Italia, Eurozona e Germania

La recessione si allunga e il mercato del lavoro non riesce a ripartire. Il tasso di disoccupazione in Italia a giugno si attesta al 12,1%, in calo di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e in aumento di 1,2 punti nei dodici mesi, ma in aumento è Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero l’incidenza dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, pari al 39,1% e in aumento di 0,8 punti percentuali rispetto al mese precedente. Ma niente festeggiamenti per la riduzione complessiva. “Dietro il calo della disoccupazione si maschera l’aumento degli inattivi, coloro che hanno smesso di cercare lavoro. Pagina più brutta della crisi”, scrive su Twitter il Market Strategist di IG Italia Vincenzo Longo.

Disoccupazione stabile al 12,1% a giugno nell’Eurozona. Nella Ue invece il tasso di disoccupazione scende dall’11% al 10,9%. Numeri più preoccupanti sul fronte della disoccupazione giovanile nella Ue, con un tasso di disoccupazione che sale, rispetto a giugno 2012, dal 22,8% al 23,2%. Nell’Eurozona i giovani in cerca di lavoro sono 3.526.000 con un tasso di disoccupazione che sale, rispetto a giugno 2012, dal 23% al 23,9%.

Brilla invece Berlino, con il calo dei disoccupati in Germania: a luglio, il totale dei senza lavoro è diminuito di 7.000 unità a 2,93 milioni, contro attese per un dato invariato. Il tasso di disoccupazione è rimasto fermo al 6,8%, a ridosso dei valori minimi da due anni a questa parte.

L’inflazione nell’eurozona e in Italia

Stabile a luglio l’inflazione nell’eurozona, all’1,6% come a giugno. E’ la stima flash diffusa da Eurostat, secondo cui l’impatto maggiore è atteso da alimentari, alcolici e tabacco (3,5% contro 3,2% del mese scorso), seguiti dai prezzi energetici (stabili all’1,6%), servizi (fermi a 1,4%) e merci industriali non energetiche (in calo a 0,4% dallo 0,7%). Prezzi in leggera frenata in Italia a luglio e l’inflazione così torna ai valori di aprile e maggio, ai minimi dal dicembre del 2009. In questo mese i prezzi al consumo sono aumentati dell’1,1% rispetto a luglio dell’anno scorso, in rallentamento rispetto a giugno (+1,2%). Nel confronto con giugno, invece, l’inflazione è stabile.

Gli investimenti in calo

Investimenti in calo per le imprese europee. Nel primo trimestre dell’anno il tasso è sceso al 18,8% nell’eurozona, contro il 19,5% del trimestre precedente, mentre nell’Ue a 27 paesi gli investimenti sono stati pari al 18,3% (erano al 19,1% nell’ultimo trimestre 2012). Se gli investimenti veri e propri sono diminuiti del 3,4% nell’eurozona, il valore aggiunto lordo è rimasto invariato, sottolinea l’istituto europeo di statistica. Quanto alla quota di profitti delle imprese, è leggermente scesa nell’Ue27.

I risparmi in crescita

E’ aumentato, nel primo trimestre di quest’anno, il risparmio delle famiglie europee: secondo Eurostat, la quota destinata al risparmio è stata pari al 13,1% nell’Eurozona (era 12,4% nel trimestre precedente) e all’11% nell’Ue a 27 (era 10,7%), con un aumento del reddito reale delle famiglie pari allo 0,5%. In calo il tasso di investimenti, pari all’8,4% (era 8,7%) nell’Eurozona e al 7,9% (contro 8,1%) nell’Ue.

Le vendite tedesche e le stime della Buba

Ma le vendite al dettaglio riservano una brutta sorpresa in Germania, dove hanno registrato una flessione mensile dell’1,5% a giugno, la maggiore dall’inizio dell’anno. Gli analisti avevano previsto che il dato restasse invariato, dopo essere cresciuto dello 0,8% a maggio. Su base annuale si assiste a un calo del 2,8%, laddove era previsto un incremento dello 0,4%.

Gli ordini industriali, la produzione e le esportazioni sono crollati a maggio. Allo stesso tempo, l’indice Ifo che misura la fiducia delle imprese tedesche, è aumentato per il terzo mese consecutivo a luglio e GfK Se ha previsto che la fiducia dei consumatori toccherà il record degli ultimi sei anni ad agosto. Secondo la Bundesbank la crescita economica rallenterà in questo trimestre dopo una forte espansione in quello precedente. Il Pil tedesco, riporta Bloomberg, è aumentato dello 0,1% dopo una contrazione dello 0,7% nell’ultimo trimestre del 2012. La Bundesbank a giugno ha tagliato le stime di crescita 2013 per la Germania allo o,3% dallo 0,4%, mentre ha stimato una contrazione dello 0,6% e una crescita dell’1,1% nel 2014.


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