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Chi è Marko Gregovic, il Beppe Grillo della Croazia

“Oggi la Repubblica croata cambia il suo contesto giuridico, politico, economico e culturale”, ha scritto in prima pagina il quotidiano croato Jutarnji list. La pubblicazione festeggia l’adesione all’Unione europea ed è consapevole che da oggi la Croazia entra in una nuova fase. “Sarebbe illusorio pensare che dopo l’adesione all’Ue ci aspetti per forza una “vita migliore”, ma a partire dal primo luglio avremo la possibilità di diventare un paese più efficiente, più moderno, più normale e più felice”, ha scritto.

La Croazia entra nell’Ue in una fase di forte recessione economica. Il Pil è sceso del 10% dal 2009 e la disoccupazione ha raggiunto il 20%. Tra i giovani la situazione è drammatica: circa il 50% non ha un posto di lavoro.

Il fantasma della disoccupazione

Questa situazione spaventa gli altri membri dell’Unione. L’Austria e la Germania hanno già preso provvedimenti per bloccare il flusso migratorio.

Secondo il sito del quotidiano Novi list, circa il 70% dei giovani croati è pronto per abbandonare il Paese. “Qui non c’è lavoro. Sono contento che la Croazia entri in Europa. Adesso sarà più facile andare via”, ha detto una studentessa al quotidiano.

In Croazia c’è speranza per un miglioramento delle condizioni di vita dei 4,3 milioni di abitanti. Ma i croati sanno anche che entrare in Europa comporta grandi rischi per l’economia del Paese. Lo Stato doveva riformarsi e combattere in anticipo la corruzione, ma questo non è avvenuto e adesso i cambiamenti dovranno essere accelerati e messi in atto da un giorno all’altro.

Il Grillo della Croazia

Marko Gregovic è un giovane di 30 anni che ha saputo sfruttare lo scontento e il sentimento di anti-politica dei croati, traducendolo in voti. Pochi mesi fa ha deciso di creare un nuovo partito insieme a 15 amici: “Za Grad” (“Per la città” in croato). Hanno creato momenti di partecipazione civica grazie alla Rete e hanno ottenuto il 4% dei voti alle elezioni del comune di Zagabria con tre mesi di campagna elettorale e pochi soldi.

Gregovic sostiene che l’Europa non potrà aiutare la Croazia. Prima è necessario combattere la corruzione e il nepotismo che colpiscono il sistema. E per farlo serve un’alternativa politica.

“Abbiamo paura che quella mancanza di trasparenza finisca per intaccare anche la ricezione dei fondi europei che ci spetteranno, come è successo in Bulgaria. E solo i croati possono farla finita con la corruzione. L’Europa non ci aiuterà”, ha detto Gregovic. Intanto “Za Grad” continua a crescere.



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