Occorre un disarmo bilaterale tra Fiat e Istituzioni italiane (Confindustria e sindacati compresi). Ad esserne convinto, si legge in un suo editoriale sul sito Inpiù, è l’economista, manager e neo presidente del Fondo Italiano d’Investimento Innocenzo Cipolletta.
I precedenti
“Prima – commenta – la disputa della Fiat con la Fiom e con la Cgil sugli accordi di Pomigliano. Poi l’uscita della Fiat da Confindustria, quindi la decisione di escludere la Fiom dal negoziato, poi le sentenze per reinserire al lavoro alcuni lavoratori iscritti alla Cgil, quindi le numerosi reinterpretazioni del piano Fabbrica Italia, poi la sentenza che riammette la Fiom nel contesto delle trattative sindacali, a seguire l’invito alla Presidente della Camera Boldrini rifiutato sdegnosamente con la sottolineatura dei diritti dei lavoratori non rispettati, infine il diniego all’invito da parte Fiat al Vescovo di Nola reo di aver partecipato a una manifestazione giudicata ostile alla Fiat.
Sicuramente ho dimenticato qualche altro episodio, ma questi bastano a significare che c’è un’inutile guerra in corso”.
Un patto di reciproca fiducia
Vittime, secondo Cipolletta, sono solo gli italiani. “E’ tempo che si azzeri tutto e si prospetti quali sono le condizioni per produrre in Italia. Fiat, sindacati, Confindustria e Istituzioni dovrebbero fare un patto di fiducia reciproca. Proviamo a ripartire con l’obiettivo ‘lavoro e competitività’ e vediamo quello che si riesce a raggiungere. Faremo sempre a tempo a correggere domani eventuali eccessi da una parte e dall’altra, se permane quel necessario clima di fiducia reciproca che è il solo che possa far decollare la crescita in Italia”, conclude.