È un vero e proprio appello alla politica, al Parlamento e al governo, quello che l’amministratore delegato di Finmeccanica Giampaolo Pansa (nella foto) rivolge ai senatori della commissione Difesa presieduta da Nicola Latorre (Pd).
Inizia con i numeri, il numero di piazza Montegrappa, spiegando che “i settori Difesa, Spazio e Aeronautica hanno un moltiplicatore sul Pil di 1,7, che significa che ogni euro investito genera nel medio termine 1,7 euro di Pil“. “La creazione di un posto di lavoro nella Difesa ha un moltiplicatore pari a 3,1 che significa che un posto in questo settore ne crea altri 2,1“.
In questo settore l’Italia e la sua industria hanno qualcosa da dire ma anche tanto da imparare. È lo stesso manager ad ammettere che “rischiamo di essere messi in una condizione di difficoltà in base al fatto che i nostri concorrenti sono spalleggiati molto di più dai rispettivi governi, noi molto meno. I sistemi di difesa si sono sempre fatti attraverso il sostegno pubblico, a partire dalla Repubblica romana: è evidente che il ruolo dei governi è importante“. Questo, in effetti, vale “tanto per il settore della difesa quanto per quello civile e della tecnologia“.
Pansa non vuole trovarsi nella condizione dell’uomo solo al comando. Può contare su un presidente che più di qualunque altro esprime la presenza e il ruolo dello Stato. La scelta di Gianni De Gennaro è stata infatti fortemente voluta dal premier Enrico Letta, dal ministro Mario Mauro e dalle forze di maggioranza proprio perché l’ex capo della Polizia ha trascorso tutta la sua vita a rappresentare le istituzioni repubblicane.
Pansa ha sottolineato che il gruppo “non può rimanere indifferente ai processi di riaggregazione in corso nel settore dell’aeronautica, spazio e difesa in Europa“. E “se è vero che l’Europa si andrà riorganizzando, se è vero che Eads si sta ristrutturando e domani vedremo come, è evidente che anche il nostro gruppo e l’industria nazionale deve fare delle scelte“.
In questo senso, l’opzione di una alleanza industriale con gli americani potrebbe essere una via percorribile ma, avverte l’ad, “è fondamentale attraverso adeguati indirizzi di governo, decidere dove investire e crescere e dove, invece, mantenere quello che abbiamo e dove disinvestire”.
Quanto all’ipotesi di privatizzazione, Pansa chiarisce ai senatori che “non sono io a dover dire se Finmeccanica debba essere privatizzata o meno, deve pensarci il governo. Quello che posso dire che è Finmeccanica è ampiamente sottostimata sul mercato e non ha bisogno di interventi terzi sul proprio capitale“. La palla passa ora a governo e Parlamento.