C’è grande movimento sul Mar cinese orientale. Alle esercitazioni navali congiunte tra russi e cinesi, “le più grandi di sempre”, si sono sovrapposte quelle aeree tra Giappone e Stati Uniti. Scopo delle prime, come ripetuto dal comandante della flotta della Repubblica popolare, Yang Junfei, è rafforzare la “fiducia strategica” e il coordinamento tra le due Marine.
“Mare unito 2013”, questo il nome delle esercitazioni, ha visto schierate dodici navi russe e sette cinesi. Le manovre sono state chiuse mercoledì da una parata di 13 navi e tre aerei. Se in passato Pechino e Mosca avevano condotto esercitazioni incentrate soprattutto sull’antiterrorismo e sulla lotta contro la pirateria, le manovre iniziate sabato in un tratto di mare distante 600 chilometri dall’isola giapponese di Hokkaido hanno messo alla prova le capacità sino-russe nella difesa aerea della flotta, nella guerra antisommergibile e nella guerra di superficie.
Quasi in contemporanea, riporta la stampa locale, Stati Uniti e Giappone svolgevano le proprie manovre nello spazio aereo tra Hokkaido e Misawa. Alle esercitazioni hanno preso parte 16 caccia – otto F-16 dell’aviazione Usa e otto F-15 nipponici- con l’obiettivo di tenere d’occhio quanto accadeva in mare.
Un commento sul quotidiano del Esercito popolare di liberazione mette in relazione le due manovre. Si è trattato di una semplice coincidenza che le esercitazioni tra Giappone e Stati Uniti siano state condotte in un periodo e in luogo così sensibili? La risposta è “no”, ha spiegato il retroammiraglio Yin Zhuo, secondo cui le manovre nippo-statunitensi sono state una risposta a quelle tra le marine di Mosca e Pechino.
Come scrive The Diplomat tutte le parti in causa nei giochi di guerra si sono affrettate a ricordare che le esercitazioni non erano rivolte contro terzi. Le manovre, aggiunge, sono diventate uno strumento politico secondo un calendario ben preciso. Sullo sfondo delle esercitazioni congiunte sino-russe ci sono le dispute territoriali marittime nella regione. Quelle tra Cina e Giappone sono per le Diaoyu-Senkaku, come sono chiamati rispettivamente un gruppo di isolotti disabitati ma i cui fondali sono ricchi di materie prime. In questi giorni c’è stata inoltre la pubblicazione del primo libro bianco della difesa nipponica da quando il liberal-democratico Abe Shinzo è tornato al governo a dicembre. Un documento in cui il Giappone guarda alla Cina come a una minaccia, che invece da Pechino respingono come un tentativo di far salire la tensione. Sul versante russo nipponico ci sono invece le dispute attorno alle isole Curili, in un contenzioso che va avanti dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Le manovre sono state interpretate come una risposta al riposizionamento degli Stati Uniti in Asia, in una nuova strategia di politica estera ed economica letta da Pechino come una forma di contenimento della propria influenza.
C’è infine il rapporto tra Mosca e Pechino, le due potenze che, ricorda il New York Times, puntano a un gestione multilaterale degli affari internazionali, nella quale il ruolo di Washington sia meno prominente. Una relazione espressa dalla scelta di Mosca come prima metà di Xi Jinping da presidente della Repubblica popolare dopo la nomina a marzo, cementata il mese scorso da un accordo del valore di 270 miliardi di dollari con il colosso dell’energia Rosneft che raddoppierà le forniture di petrolio alla Cina.
Guardando al calendario, le esercitazioni sono state condotte mentre era in corso la quinta riunione del dialogo economico e strategico tra Stati Uniti e Cina. In cima all’agenda delle discussioni è stata posta la sicurezza informatica, ormai primo tema di scontro tra le due potenze. L’incontro si è svolto quando è passato poco più di un mese dalle rivelazioni di Edward Snowden sul sistema di spionaggio statunitense, anche ai danni dalle Cina, che hanno indebolito le argomentazioni statunitensi. Se il vicepresidente Usa, Joe Biden, ha esortato Pechino a fermare il furto di informazioni da società e agenzia governative americane, il consigliere Yang Jiechi, incaricato della negoziazione sulla sicurezza, ha potuto ricordare come entrambi i Paesi siano vittime della pirateria informatica.
Sul tavolo anche il nodo delle relazioni economiche bilaterali, in particolare su tariffe e sussidi e un’intesa sulla riduzione delle emissioni delle automobili e prodotte dalla combustione del carbone, con la promozione delle rinnovabili.