Skip to main content

Il Corriere della Sera infilza Monti poco bocconiano

I fatti sono fatti e le notizie vanno date, non c’è dubbio. E il Corriere della Sera a questi principi si ispira da sempre, come tutti i grandi giornali. Però con una diatriba palese in corso tra il quotidiano Rcs e il suo ex editorialista principe, ossia Mario Monti, anche le notizie e i fatti destano più scalpore.

E’ il caso dell’articolo pubblicato a pagina 8 del Corriere della Sera con una certa rilevanza sul “doppio ruolo di Monti e i malumori in Bocconi”, come il quotidiano diretto da Ferruccio de Bortoli ha titolato un articolo del cronista Maurizio Giannattasio, in passato al quotidiano Il Giornale di Milano. Il pezzo racconta con dovizia di particolari che tra i docenti dell’università milanese, dove Monti è tornato ad essere presidente, circola un documento di protesta sul ritorno di Monti in Bocconi ora che è divenuto a tutti gli effetti capo di una forza politica come Scelta Civica.

Il documento di protesta, racconta il Corriere, è stato inviato da Enrico Valdani, capo in uscita del dipartimento di Marketing della Bocconi: “Anche se non condiviso dalla maggioranza dei professori – scrive Giannattasio – sta provocando mal di pancia e malumori diffusi tra il corpo docente del tempio dell’economia”.

Quello che si rimprovera all’ex premier è di essere “salito in politica” con Scelta Civica, tra l’altro con un risultato elettorale non molto brillante. Dopo aver espresso stima e riconoscenza all’operato di Monti in Commissione e nelle vesti di premier, Valdani affonda il colpo: “La sua scelta di entrare in politica è una decisione personale che ritengo non abbia giovato e fatto bene né a Mario né alla Bocconi”.

Il perché viene spiegato in alcune domande contenuta nella lettera via mail di Valdani:
“Monti può giocare questo ruolo duale senza coinvolgere l’Università sia direttamente che indirettamente?

Un presidente coinvolto politicamente può guidare il processo di fund raising, strategico per il nostro futuro?

Presentandosi da uno stakeholder potrà indurre imbarazzo e timore di conflitti di interesse e di supporto a una parte politica rispetto a un’altra?
All’apertura dell’anno accademico e in occasioni pubbliche della Bocconi gli ospiti si sentiranno invitati dal presidente della Bocconi o dal presidente di un partito politico?”.

Domande che riassunte in un unico quesito dallo stesso Valdani equivalgono a dire: “Un’Università come la Bocconi, indipendente, laica, equidistante da tutto perché luogo di dibattito democratico può avere nei suoi organi di governo politici militanti e attivi?”.

×

Iscriviti alla newsletter