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Il futuro della Rete

Testo e foto di Dario Denni

Nella splendida cornice della sala degli atti parlamentari del Senato, si è tenuto il convegno su “Il Futuro della Rete” organizzato dalla fondazione Italia Protagonista, da sempre attenta alle dinamiche che afferiscono a Internet e alla telematica.

Deus ex machina dell’incontro, il vice Presidente del Senato, Maurizio Gasparri che ha aperto i lavori della giornata. Essendo stato Ministro delle Comunicazioni, Gasparri ha ricordato a tutti che il tema della società della rete era già stato affrontato in passato ma solamente ora sono maturi i tempi per attuarlo. Questo perché l’innovazione è diventata un fenomeno pervasivo che riguarda tutti. Molto più esplicitamente, Gasparri si è dichiarato a favore dello scorporo della rete che apre dinamiche positive per il nostro Paese. Il ruolo che Cassa Depositi e Prestiti può ricoprire – a suo dire – in questa operazione è anche quello di garante degli interessi dello Stato nel momento di incontro di capitali che confluiranno nella costituenda società. Ma come bilanciare gli interessi di sicurezza con la privacy on line? Per Gasparri il Governo deve giocare un ruolo propulsivo capace di aiutare il processo di scorporo sotto la guida delle regole che saranno varate dall’AGCom. A tal fine non può mancare, dunque, una regia politica che sia trasparente e non dirigista.

L’intervento successivo è stato affidato al Vice Ministro Antonio Catricalà che ha usato parole sagge per esortare all’azione tutti i decisori ad attuare l’Agenda Digitale. “La strategia è disegnata – ha dichiarato Catricalà – sappiamo cosa fare e dunque occorre agire”. Per il Vice Ministro lo scorporo della rete è un atto utile ed adeguato ma non è un atto dovuto. “Telecom Italia non è obbligata. Certamente però va guidata perchè occorre realizzare una governance della rete che garantisca l’equivalence of input e una stabilità tariffaria per garantire gli investimenti”.

Uno degli interventi più applauditi, ma non ripreso dai giornalisti delle testate nazionali, è stato quello di Vincenzo Novari, AD di H3G in Italia. In un discorso didascalico, Novari ha dimostrato efficacemente che è importante superare il digital divide culturale e fisico e portare la banda larga in zone a fallimento di mercato o comunque dove gli operatori non individuano un adeguato ritorno degli investimenti. In un tessuto imprenditoriale fatto di PMI di cui piu’ della metà sono microimprese, il caso di specie citato dal grande manager, è quello di un apicultore della Valsugana che producendo miele da api rare potrebbe dotarsi di un ecommerce tradotto nella lingua cinese, visto che quel popolo è il piu’ ricco di grandi consumatori del suo prodotto. Un discorso da statista, da esperto, da appassionato quello di Novari che ha snocciolato anche alcuni numeri da brividi: troppe micro imprese in Italia con fatturati trascurabili di cui solo la meta’ ha accesso ad internet e appena il 2% vende online. Di questi pochi solo solo 0.7% vende anche in altre lingue orientandosi all’export. Serve politica industriale capace.

La parola è passata all’ex ministro Paolo Romani, anche lui ormai profondo conoscitore dei problemi legati a Internet ed alla telematica. Ha parlato a braccio e con grandissima schiettezza lanciando un monito alla platea: “Se in Italia non sfruttiamo i nostri open data arriva Google se li prende e ce li rivende come servizi”. Un’affermazione netta, chiara e condivisibile, niente affatto provocatoria ma reale e che come tale non è stata colta dai giornalisti in sala che o non l’hanno capita o erano distratti a fare altro. Romani ha dichiarato che si deve risolvere il problema degli Over The Top e porlo a livello europeo perchè a suo dire “Non pagano le tasse e investono solo sui loro algoritmi. A proposito dello scorporo della rete Telecom, Paolo Romani ha detto che serve una rete a vantaggio del Paese e non solo del consumatore. “La società separata detta Opac, non sia opaca. Non sia una bad company. CDP ci metta i soldi solo se valida e remunerativa”.

Quando è arrivato il momento del Commissario AGCom Antonio Preto nessuno si aspettava di ascoltare 30 minuti di filippica regolamentare molto avversa a Telecom Italia e francamente inspiegabile perchè non centrata sul tema dello scorporo della rete se non in parte. Secondo Presto “Si allenteranno gradualmente i vincoli regolamentari su Telecom Italia secondo lo stato avanzamento lavori, ossia al raggiungimento di certi obiettivi affinché sia garantita l’Equivalence of input ai concorrenti.

La notizia veramente importante che è emersa dal convegno riguarda certamente l’outing di Franco Bassanini che candidamente ha dichiarato “Un eventuale accordo tra Cassa Depositi e Prestiti e Telecom Italia, implica che l’accordo sia esteso anche a Metroweb di cui io sono presidente”. La platea che ha capito si è ammutolita. Per Bassanini occorre incentivare gli investimenti di capitali privati migliorando la redditivita degli stessi.

L’intervento conclusivo è stato affidato ovviamente al Presidente Esecutivo di Telecom Italia. Franco Bernabè ha risposto al Commissario Preto che lo scorporo non e’ strumento negoziale per sconti regolamentari. A BT in Inghilterra fu imposto di scorporare mentre in Italia il processo è partito su base volontaria. Per Bernabè passare alla fibra e’ costoso anche per il cliente dunque occorre tenere stabili i prezzi del rame. Il modello Trento era perfetto la l’Europa non l’ha aiutato. Un eufemismo per dire che l’ha bloccato?

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