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Il Pd ha interesse a salvare Berlusconi

I parlamentari del Pdl avevano già annunciato che, in casi di una sentenza con interdizione, potrebbero dimettersi in blocco. L’avvertimento è partito dal vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, che ha commentato il pronunciamento della Corte Costituzionale sul legittimo impedimento. Ma quale è il significato del termine interdizione? Cosa comporta? E soprattutto, quali sono le conseguenze per Berlusconi?

Dopo la condanna nel processo Mediaset, con il successivo no al legittimo impedimento, per il Cavaliere è arrivata anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, più ‘qualche’ anno di galera, se la Giunta per le autorizzazioni del Senato desse il via libera dopo una sentenza avversa della Cassazione. Ma in cosa consiste l’interdizione, e come può influire una decisione del genere sulla vita di un uomo politico come Silvio Berlusconi?

Interdizione perpetua dai pubblici uffici: significato

Nell’ordinamento giuridico italiano, un provvedimento di interdizione viene emesso da un qualsiasi tribunale nei confronti di un imputato reo, con una sentenza passata in giudicato, e di cui si è stabilita una certa incapacità. Questa pena accessoria prevista dall’articolo 28 del codice penale italiano. L’interdizione priva il condannato del diritto di elettorato attivo e passivo, di ogni pubblico ufficio e di ogni incarico non obbligatorio di pubblico servizio. Il condannato all’interdizione non può più svolgere attività in qualità di tutore o di curatore, non può più avvalersi dei gradi e delle dignità accademiche, nonché della possibilità di esserne insignito. Nel caso in cui l’interdizione fosse stata temporanea (non esiste solo la interdizione perpetua) la durata minima prevista era di un anno e quella massima di 5 anni.

Ma nel caso di un eventuale verdetto negativo della Cassazione sarebbe la Giunta per le Autorizzazioni del Senato a dover decidere se accogliere l’interdizione dai pubblici uffici. Questo significherebbe che fino al 2018-2019 l’ex premier non si potrebbe più candidare a elezioni politiche nè fare parte del Parlamento. La Giunta sarebbe chiamata a dichiarare la decadenza dal ruolo di senatore per Berlusconi, che sarebbe così espulso dall’emiciclo. Cadrebbe così anche lo scudo dell’immunità parlamentare.

Silvio Berlusconi muove ancora le pedine

Già da settimane il Cavaliere, che sentiva che il rischio che corre era grosso, ha iniziato a tendere reti di sicurezza per attutire una eventuale condanna in Cassazione nel processo Mediaset. La Cassazione ha fissato per la fine di Luglio la discussione e l’eventuale sentenza di condanna e se la sentenza d’appello dovesse essere confermata il Cavaliere sarebbe condannato. Per questo la prima mossa sarà quella di spingere perché la Giunta per le Autorizzazioni del Senato scelga un presidente non ostile. In secondo luogo il Cavaliere intende farsi nominare senatore a vita. Una tale carica lo proteggerebbe da ogni tipo di attacco da parte della ‘magistratura rossa’. Infine il governo Letta. Il Pd potrebbe avere tutto l’interesse a scongiurare una condanna definitiva. E sembra che il Cavaliere non abbia alcuna intenzione di far cadere il governo anzitempo: finchè è senatore infatti l’immunità lo protegge da ogni attacco.



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