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Iva, Imu, Ue e debiti. Le tesi di Zanonato, il ministro non troppo lettiano

No, non si può proprio dire che il ministro Flavio Zanonato sia un ministro di stretta osservanza lettiana. E questo si sapeva, visti i suoi legami stretti e consolidati con l’ex segretario del Pd, Pierluigi Bersani, che non a caso lo ha fortissimamente voluto al vertice del dicastero dello Sviluppo economico.

La questione dei debiti della Pa

Ma l’ultima sortita di Zanonato, che ha di fatto sminuito e ridimensionato l’annuncio del premier Enrico Letta sui tempi dei pagamenti alle imprese dei debiti della pubblica amministrazione, non può essere derubricata a chiacchiericcio giornalistico.

La golden rule della discordia

Anche perché le differenti impostazioni fra Zanonato e Letta si stanno acuendo. Anche ieri, ad esempio, proprio mentre il presidente del Consiglio annunciava con una certa enfasi la decisione della Commissione Ue di consentire margini di flessibilità nelle spese per investimenti produttivi per i Paesi virtuosi, un tweet di Zanonato non sprizzava lo stesso entusiasmo e al dicastero dello Sviluppo ridimensionavano e contestualizzavano meglio la reale portata della flessibilità, che non consente un eccesso di euforia. Anche se una frase odierna di Letta (“per Imu e Iva soluzione difficile”).

L’interpretazione del Foglio

D’altronde si ricorderà anche con quanto stupore Palazzo Chigi accolse le parole del ministro bersaniano quando all’assemblea della Confcommercio gelò le attese su Imu e Iva. Parole che indusse osservatori maliziosi del Foglio a sostenere che ci fosse della scientificità nelle sortite di Zanonato; un metodo di stampo bersaniano per rendere meno agevole il percorso di Letta? La discussione è aperta.

La diatriba sul liberismo

Con il Foglio di Giuliano Ferrara, Zanonato ha peraltro avuto uno screzio pubblico. Dopo l’intervista del ministro dello Sviluppo al Corriere della Sera in cui l’esponente bersaniano prefigurava una difesa nazionale anche con lo strumento della Cassa depositi e prestiti dei campioni nazionali e delle società che detengono reti strategiche, fino ad includere anche Alitalia in un potenziale intervento della Cdp, il Foglio ha ospitato un commento del liberista Carlo Stagnaro, direttore studi e ricerche dell’Istituto Bruno Leoni, in cui si stimmatizzava la visione di Zanonato. E il ministro, un po’ piccato, ha cinguettato: “Posizioni ideologiche da ‘liberismo metafisico’. Nessuno Stato Europeo è indifferente alle proprie grandi aziende”

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