L’ombra lunga del Datagate si allunga sulla California, attizzando polemiche mai sopite tra diritto alla privacy ed esigenze investigative.Le telecamere montate sulle auto della polizia a San Leandro, nella California settentrionale, sono in grado di catturare i dati delle targhe mentre incrociano di pattuglia sulle strade della cittadina. Lo scanner delle targhe è sempre accesso e registra le informazioni sui server dedicati. Un metodo infallibile per scoprire, automaticamente, macchine rubate o coinvolte in attività criminose.Ma quando Mike Katz-Lacabe, un attivista locale dei diritti civili, ha ingiunto agli agenti di fargli visionare i dati sulla sua auto in possesso della polizia sono cominciati i guai. Mike non è accusato e nemmeno sospettato di alcuna attività illegale e denuncia un clamoroso caso di “grande fratello”. Nel corso di due anni la polizia ha infatti controllato e registrato su video 112 volte la sua auto. E non solo.”Queste immagini riprendono la mia auto parcheggiata nel giardino di casa e mostrano anche molto chiaramente mia figlia e io mentre scendiamo dalla macchina”.Molti critici di questa pesca d’informazioni automatica e on the road non la ritengono negativa in quanto tale. Ma denunciano il fatto che i distretti di polizia conservano le informazioni sui file a volte per mesi, se non addirittura per anni. Dati sensibili che possono permettere di localizzare i movimenti delle persone, scoprendo dove lavorano, chi frequentano, dove vanno a pregare, che dottori consultano.La polizia afferma che si tratta di uno strumento insostituibile contro il crimine. Altri replicano chiedendo limiti e regolamentazioni a tutela della privacy dei cittadini.Il contenzioso non pare destinato a risolversi in tempi brevi.
In California la polizia scannerizza le auto
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