E’ ”pesante la pressione esercitata sull’ambiente dalle attività industriali”, tanto che ”continuano a preoccupare gli effetti negativi sulla salute dell’uomo e sugli ecosistemi causati dalla presenza di sostanze pericolose nel suolo, nel sottosuolo, nei sedimenti e nelle acque sotterranee”. L’allarme viene lanciato dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) nell’Annuario dei dati ambientali, che scatta una fotografia a 360 gradi della situazione ambientale italiana, soffermandosi sulle bonifiche, e introducendo le procedure Via (Valutazione integrata ambientale), Vas (Valutazione ambientale strategica) e Aia (Autorizzazione integrata ambientale), parlando anche della scarsa qualità dell’aria (aprendo ad alcuni indicatori dedicati alle allergie), di consumo di suolo, di clima ed emissioni di gas serra, e di rifiuti.
ANCORA 1.700 SITI CONTAMINATI
In Italia, continua il report, i siti che continuano a essere contaminati sono 1.749; inizialmente erano 4.837, di cui 3.088 bonificati e riutilizzabili. Al centro-nord sono stati effettuati più interventi, mentre al sud procedono ”con notevole lentezza sia le attività di accertamento sia quelle di bonifica ”. Tra le attività economiche che danno origine alla contaminazione del suolo e delle acque sotterranee prevalgono ”le attività industriali e commerciali”, in prevalenza al centro-nord, e ”quelle connesse alla gestione dei rifiuti”, soprattutto al sud.
AUMENTANO PROVVEDIMENTI AIA
Nel 2012 sono stati ”rilasciati 13 provvedimenti di Aia: 1 raffineria, 3 centrali termoelettriche e 9 impianti chimici”. Negli anni – spiegano gli esperti dell’Istituto – ”il ricorso a questo provvedimento è fortemente cresciuto: gli impianti vigilati sono passati da 25 nel 2009 a 140 nel 2012, mentre quelli ispezionati da 5 nel 2009 a 76 nel 2012”. Gli ispezionati con inottemperanze all’Aia passano da 2 nel 2009 a 19 nel 2012. In totale sono 78 i provvedimenti di Aia statali di primo rilascio emanati dal ministero dell’Ambiente durante il triennio 2010-2012: 31 nel 2012, 34 nel 2011, 13 nel 2012. La procedura di Via si è conclusa positivamente nell’82% dei casi. L’89% delle verifiche di assoggettabilità riguarda i piani comunali e intercomunali.
LA QUALITA’ DELL’ARIA
Un vera e propria ”emergenza ambientale”, quella per la scarsa qualità dell’aria e l’inquinamento. L’allarme riguarda in particolare il Pm10 (le polveri sottili) e il benzo(a)pirene, una delle prime sostanze di cui si è ”accertata la cancerogenicità”. E tocca soprattutto le grandi città. In generale, lo stato della qualità dell’aria presenta ”una situazione piuttosto stazionaria”. Ma ”il valore limite giornaliero” del Pm10 viene ”superato nel 48% delle stazioni di monitoraggio”. L’obiettivo a lungo termine per l’ozono non viene rispettato nel 92% delle stazioni. Il valore limite annuale del biossido di azoto non viene rispettato nel 20% delle stazioni. Un ”inquinante preoccupante per le accertate proprietà cancerogene è il benzo(a)pirene – spiega l’Istituto – i cui livelli, seppur misurati in un numero ancora troppo limitato, superano il valore obiettivo nel 20% dei casi”. Nelle aree metropolitane ”l’inquinamento chimico-fisico preesistente favorisce e amplifica gli effetti negativi sulla salute” per le allergie da polline. Il periodo più problematico per la salute è quello primaverile. Per l’Ispra i valori più alti sono in Italia centrale con ”picchi a Firenze, Perugia e Castel di Lama”.
IL CONSUMO DI SUOLO E IL DISSESTO IDROGEOLOGICO
Aumenta il consumo di suolo in Italia che ”raggiunge gli 8 metri quadrati al secondo” (per oltre 50 anni la media era stata di 7 mq al secondo). E’ come se ”ogni 5 mesi ” venisse ”cementificata una superficie pari a quella del comune di Napoli e ogni una superficie pari alla somma di Milano e Firenze ”. Gli eventi calamitosi sono soprattutto terremoti, frane e alluvioni. Per quanto riguarda i terremoti, è aumentato il numero di quelli con magnitudo superiore a 5. Le frane sono gli eventi che si ripetono con maggiore frequenza: quelle censite sono circa 487.000 (pari al 6,9% del territorio). Le persone esposte ad alluvioni superano i 6 milioni.
CLIMA ED EMISSIONI
L’Italia si riscalda ad un ritmo più veloce rispetto al resto del Pianeta. La cosa – si osserva nel report dell’Ispra – è stata evidente negli ultimi 30 anni: ”L’aumento della temperatura media registrato in Italia negli ultimi trent’anni è stato quasi sempre superiore a quello medio globale sulla terraferma. Nel 2012 l’anomalia della temperatura media (+1,31 C) è stata inferiore a quella globale sulla terraferma (+0,78 C)”. Calano ancora le emissioni di gas serra, essenzialmente per colpa della crisi economica. Le emissioni totali di gas a effetto serra dal 1990 al 2011 si riducono del 5,8%, passando da 518,98 a 488,79 milioni di tonnellate di CO2 equivalente. Le stime provvisorie di emissioni di gas serra per il 2012 (aggiornate al 30 giugno 2013), pari a 464,55 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, evidenziano un’ulteriore diminuzione del 5% rispetto al 2011, mostrando una riduzione complessiva rispetto al 1990 del 10,5%”.
RIFIUTI
Nel 2012 la produzione di rifiuti urbani raggiunge poco meno di 30 milioni di tonnellate, diminuendo del 4,5% rispetto al 2011. La produzione nazionale pro-capite passa da 528 kg per abitante nel 2011 a 504 kg per abitante nel 2012. Cresce la raccolta differenziata: nel 2012 arriva al 39,9%. Nel 2011 il 42,1% dei rifiuti sono stati ancora smaltiti in discarica. La maggior parte dei rifiuti radioattivi in Italia, in termini di attività, si trova in Piemonte (71,6%). Seguono la Campania con il 12,75% e la Basilicata con il 9,7%. La distribuzione regionale dei rifiuti radioattivi, in termini di volumi, registra una maggior concentrazione nel Lazio con il 29,4%, seguito dal Piemonte (18,6%) e dall’Emilia-Romagna (12,6%).