La notizia è che il Muos, il sistema di comunicazione satellitare Usa e Nato in costruzione in Sicilia, non è pericoloso per la salute. La relazione conclusiva dell’Istituto superiore di Sanità di fatto sancisce con rilievi scientifici come le emissioni del radar americano di Niscemi non siano dannose per l’uomo e per l’ambiente.
L’opera venne bloccata a febbraio scorso dal presidente della regione siciliana Rosario Crocetta, che ha trovato nel sostegno del Movimento 5 Stelle la sponda politica per appoggiare le ragioni dei comitati No Muos, che temevano che il radar fosse nocivo per la salute. Sulla base di questi timori il Tar ha commissionato una perizia, che ha richiesto ulteriori approfondimenti alla documentazione di parte statunitense
Il prosieguo di questa vicenda, però, lo deciderà forse solo il governo, che può dargli un significato che va ben oltre il pur fondamentale aspetto sanitario.
Già, perché il Muos regge sulle sue spalle il “peso” di tutte quelle problematiche che da tempo fanno del nostro Paese una “cenerentola” del mondo produttivo. Se l’Italia è incapace di attrarre investimenti, lo si deve anche, forse in modo preminente, all’ormai quotidiano scontro tra le ragioni del lavoro e quelle della salute, strumentalizzate di volta in volta ad uso e consumo di quel movimento o quel partito politico. L’elenco sarebbe lunghissimo e coinvolgerebbe casi di recentissima cronaca come il caso Ilva o Medoilgas nell’impianto di trivellazione Ombrina mare, al largo delle coste abruzzesi.
Beninteso: la tutela della salute è un aspetto prioritario in tutti questi contenziosi. Che però – e il sospetto non è assolutamente peregrino, visti i tanti precedenti – sono forse troppo spesso il frutto di un approccio ideologico a problematiche serissime, quindi da affrontare con rigore e scienza.
Anche perché, e lo studio dell’Iss lo dimostra in modo inequivocabile, quando la base di discussione per la nascita di un’opera infrastrutturale sono i parametri fissati per legge, è difficile uscire dal solco dei controlli. Tutelando così i legittimi interessi di tutte le parti coinvolte.
È arrivato il momento per il governo di giocare la partita della credibilità internazionale del nostro Paese in modo maschio, senza timori o mezze misure. Sarebbe opportuno, ad esempio, che a fronte dell’accertata mancanza di nocività del Muos, l’esecutivo si facesse promotore di un incontro che metta insieme allo stesso tavolo tutti gli attori in campo: dal Ministero della Difesa alla Regione Sicilia, per trovare un’intesa ai veti residuali che hanno perso ormai ragion d’esistere.
All’esecutivo guidato da Enrico Letta, spetta il compito delicatissimo di cogliere al balzo questa palla per dimostrare che in Italia è ancora possibile fare una politica industriale che dia un futuro a chi nel nostro Paese vorrebbe portare a frutto i suoi capitali, ma anche per assicurare crescità e prosperità alle tante imprese italiane che soffrono oltremodo una crisi economica congiunturale, ma acuita dalle tante lacune italiche. Oltre a poter dimostrare – aspetto assolutamente non secondario – di essere in grado di rispettare gli accordi internazionali e gli impegni che avevamo sottoscritto con i nostri partner politici ed economici d’Europa e d’oltreoceano.