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Elogio del governo Letta e di Grillo in un report di Ernst&Young

L’Italia dica basta all’austerità, senza trascurare però la stabilità di bilancio che potrebbe scatenare i mercati contro l’Italia, ancora una volta. Parlare di crescita, sebbene modesta, resta prematuro, almeno fino all’inizio del 2014.

I numeri e il giudizio sul destino dell’Italia sono evidenziati in un report non pubblico del gruppo di consulenza Ernst&Young, che elogia l’accelerazione anti-austerity impressa dal M5S e il governo di larghe intese che potrebbe rappresentare “un’opportunità” per l’attuazione delle riforme di cui l’Italia ha bisogno.

Le stime sul Pil

“L’Italia – si legge nello studio di alcuni giorni fa  – a causa dell’austerità nel 2013 è ancora bloccata nel secondo anno successivo di recessione, con un Pil in calo dell’1,8%, dopo il crollo del 2,4% nel 2012. La ripresa dell’attività economica nella prima metà del 2013 è stata appesantita dall’instabilità politica conseguente alle inconcludenti elezioni di febbraio”. Niente illusioni nel breve periodo: “La ripresa sarà ostacolata dal credit crunch, dalla crisi della domanda interna e dal rallentamento della crescita dei principali mercati principali dell’export italiano. Di conseguenza non ci aspettiamo una ripresa della crescita prima dell’inizio del 2014. E comunque le stime sul Pil prevedono un aumento modesto nel 2014, solo dello 0,4%, e appena superiore all’1% nel periodo tra il 2015 e il 2017”.

La spinta del poco austero Grillo

Il voto di febbraio ha visto emergere il M5S, “partito anti-establishment e anti-austerity. Una novità che ha spinto tutti gli altri partiti a chiedere una minore rigidità economica. E, ad aprile, il governo Monti ancora in carica ha sbloccato il pagamento alle imprese dei debiti della pubblica amministrazione”.

Cercasi flessibilità

La nuova coalizione di governo guidata dall’esponente del Pd Enrico Letta ha promesso di ridurre l’austerità e promuovere misure per la crescita, tra cui l’abolizione o il rinvio dell’aumento di un punto percentuale dell’Iva previsto a luglio e il pagamento dell’Imu a giugno. “Nonostante il governo abbia ancora pochissimo spazio per attuare delle manovre, l’economia continua a contrarsi e il debito pubblico ha superato il 130% del Pil, un allentamento dell’austerità e un allungamento della tempistica per il consolidamento fiscale è necessario per far riprendere a crescere il Paese nel breve periodo”.

Le opportune larghe intese

Ma l’Italia, sottolinea EY, non deve “sprecare i risultati ottenuti finora, anche a causa della persistente volatilità dei mercati”. Il nuovo governo dovrà dunque “continuare il processo di riforme cominciato con l’esecutivo Monti” e la coalizione Pd-Pdl potrebbe rappresentare “un’opportunità per affrontare la riconosciuta debolezza strutturale dell’economia italiana cercando di raggiungere accordi sulla base di un ampio consenso”.


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