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L’ignoranza che ci strangola, nuovi attacchi alla ministra Kyenge

Silvio Berlusconi si diceva “perseguitato” da tutti e da tutto. Cosa dovrebbe dire la ministra Cecile Kyenge? Ogni occasione è buona per insultare la ministra. Non ci sono critiche costruttive circa il suo operato. Non è mai criticato ciò che fa, ma sempre e solo ciò che è.

Giovanni Sartori aveva aspramente attaccato la ministra Kyenge sulla questione dello Ius soli e della cittadinanza. Si era chiesto quanto ne sapesse un’oculista di cittadinanza, di ius soli e di integrazione. Per quanto non condivida questo approccio veemente del prof.Giovanni Sartori, è l’unico in questo Paese ad aver mosso critiche sensate non alla persona Kyenge, ma al ministro.

Cittadinanza e integrazione non sono argomenti molto importanti e seri su cui occorre discutere. Invece, quello che da mesi si svela ai nostri occhi è un continuo, becero, insignificante attacco alla ministra per il suo essere “nera” e non di colore, perché la stessa ministra si è definita nera.

Ma Kyenge è anche cittadina italiana e ministra del Governo Letta, ossia rappresenta l’Italia. Abbiamo ascoltato le follie di Borghezio e le misere battute di Calderoli, abbiamo letto scritte xenofobe sui muri, sui post di facebook in cui donne assessori si auguravano stupri ai danni della Kyenge, abbiamo infine, visto volare banane durante un suo comizio.

L’Italia non cambia anche e soprattutto perché esistono frange di popolazione profondamente razziste, ignoranti e grette. Questa parte d’Italia, di memoria nazi-fascista è ciò che dobbiamo combattere e denunciare. Il progresso sociale ed umano di una società si misura anche e soprattutto su questi temi: tutela dei diritti delle persone, rispetto della dignità di una persona, rispetto!

Senza queste basi elementari del vivere civile, non può esserci alcuno sviluppo economico e alcuno sviluppo sociale. L’Italia è forse irriformabile, come ha dichiarato il tedesco Jürgen Stark? Fino a quando permangono queste “strutture di peccato”, che sono l’odio verso l’altro e la rabbia temo di sì, l’Italia sarà irriformabile, perché ad ogni cambiamento ci sarà un freno irrazionale, basato solo su odio e rabbia.

Non c’è sviluppo economico, politico e sociale senza una cultura del rispetto e della dignità umana.

E intanto, ancora una volta, la ministra Kyenge ci offre una lezione di stile e civiltà.

 

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