253 milioni di dividendi distribuiti a Premafin, anziché perdite. La truffa milionaria targata Fonsai, che è costata il carcere per Salvatore, Paolo, Jonella e Maria Giulia Ligresti e per tre manager del gruppo, porta a galla “uno spaccato inquietante”, secondo la magistratura che oggi ha tenuto una conferenza stampa. E apre il giallo sulla fuga di Paolo Ligresti, che potrebbe dirigersi verso le isole Cayman, e sull’impero della famiglia.
Utili al posto delle perdite
L’indagine su Fonsai che ha portato oggi a sette ordinanze di custodia cautelare scattò nell’agosto 2012 per le ipotesi di falso in bilancio e ostacolo all’attività di vigilanza per gli anni 2008-2011. L’esame della documentazione acquisita ha permesso di ricostruire come, attraverso una sistematica sottovalutazione delle riserve tecniche del Gruppo assicurativo sia stato possibile falsificare il bilancio 2010. Tale sottovalutazione ha portato, negli anni, la distribuzione di utili per 253 milioni di euro alla holding della famiglia Ligresti, la Premafin Spa, laddove invece si sarebbero dovute registrare le perdite.
“Emerge uno spaccato inquietante: un uso strumentale di una società come Fonsai, laddove risulta essere stata piegata all’interesse di una parte dell’azionariato. L’effetto è stato perdita di credibilità e il tradimento di piccoli azionisti”, ha detto il procuratore aggiunto di Torino Vittorio Nessi.
11,3 milioni: la sanzione della Consob
“La Consob ha sanzionato per complessivi 11,3 milioni di euro Salvatore Ligresti, Giancarlo de Filippo e Niccolò Lucchini per manipolazione operativa sul titolo Premafin, le cui quotazioni sono state artificiosamente sostenute in borsa tra novembre 2009 e settembre 2010″, si legge sul bollettino della commissione.
Il sequestro del patrimonio
La procura di Torino sta valutando il sequestro del patrimonio della famiglia Ligresti. ”Per la tutela dei piccoli risparmiatori – ha detto Nessi – i sequestri civilistici non sono consentiti perché occorre che ci sia almeno il rinvio a giudizio degli indagati. Si stanno valutando, invece, ulteriori possibilità per quanto riguarda il sequestro ‘per equivalente’ finalizzato alla confisca”. Si tratta, tecnicamente, del sequestro del cosiddetto ‘profitto del reato’, ossia della somma che i magistrati valuteranno come ottenuta indebitamente dagli indagati.
Paolo resta in Svizzera
Nessi ha spiegato che la procura di Torino ha deciso di procedere per evitare il rischio di fuga, ma anche per il rischio di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio. “Dalle prime informazioni non ci sarebbe la disponibilità di Paolo Ligresti a rientrare in Italia”, ha affermato il procuratore aggiunto. Paolo Ligresti si troverebbe in Svizzera. “Ci sono le convenzioni internazionali – ha detto Nessi rispondendo ai giornalisti – e ci sono possibilità di soluzioni ragionevoli per situazioni di questo genere”.
Il pericolo di fuga alle Cayman
Ma non solo Svizzera. “Io ho notizie che il buon Paolo ora va in vacanza, alle isole Cayman”: la frase è contenuta in un’intercettazione telefonica a commento di un imminente viaggio alle Cayman di Paolo Gioachino Ligresti e per il gip di Torino è uno degli elementi che porta a rilevare la sussistenza di “un rischio concreto che i componenti della famiglia Ligresti decidano di allontanarsi dalla giurisdizione nazionale”.
Secondo il gip “avrebbero anche facilità nel reperimento di immediati mezzi di trasporto necessari per un rapido spostamento” tanto che in un’altra conversazione intercettata “è emerso come gli indagati ricorrano spesso all’utilizzo di aerei presi a noleggio, oltre ad avere la disponibilità di un elicottero”.
Jonella in Sardegna
A Jonella Ligresti l’ordinanza di custodia aureolare in carcere è stata notificata questa mattina in una villa a Costa Rei, sulla costa sud orientale della Sardegna, con lei, a quanto si è appreso, c’era anche una parente. La villa non è di proprietà ma era stata presa in affitto per le vacanze. Quando i militari delle Fiamme gialle del Gruppo di Cagliari e i colleghi del Nucleo di polizia tributaria di Torino sono andati a notificarle il provvedimento restrittivo, la donna è apparsa serena. Attualmente è tenuta in custodia dalla Guardia di finanza nella caserma del capoluogo sardo e sarà trasferita nel carcere di Buoncammino. La sorella Giulia Maria è stata condotta al carcere di Vercelli.