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Lumen Fidei, un’enciclica scritta per convertire

La Lumen Fidei non è un’enciclica comune. Non parla di una questione o di un’altra, non approfondisce qualche aspetto, non spiega cose nuove.

La Lumen Fidei parla dell’argomento per eccellenza. Di quella cosa di cui tutti abbiamo bisogno. Di ciò che viene omesso nei titoli di giornale, che esula dai dibattiti politici, di ciò che i nostri tecnicismi non trovano, di quello che crediamo di non incontrare mai nel banale svolgersi della routine quotidiana.

Parla di quello che in realtà sta dentro e dà il senso a tutte le cose, che abbiamo nel cuore tutti i giorni tutto il giorno e che – non sappiamo neanche noi perché – ci siamo abituati a mettere da parte. Sì la Lumen Fidei parla proprio di quello che facciamo fatica addirittura a nominare: la fede in Dio, che è ciò su cui si gioca veramente la nostra vita.

Per questo va letta tutta d’un fiato. Perché la Lumen Fidei non è scritta per interessare, per studiare, per spiegare. La Lumen Fidei è scritta per convertire.

Se la leggi ti accorgi che avevi sbagliato tutto: pensavi che la fede equivalesse a quell’azione – tutta umana – di elevarsi a chissà quali vette, in chissà quale futuro, dopo chissà quale sforzo. E invece scopri che è l’esatto contrario: è Dio che da sempre ti sta a fianco, con pazienza, amore, tenerezza, ti cerca, ti chiama, ti parla, Lui per primo.

La fede è mettersi in ascolto di questo Amante. Ascoltare, vedere e toccare: sono questi i termini che usa Papa Francesco per descrivere cosa è la fede. Altro che preferenza evanescente, scelta privata o salto nel buio di positivistica memoria.

Qui si parla di un rapporto di amore con una Persona che, da sempre, di te si sta occupando. “Dio non si può ridurre a oggetto” della fede, dice Papa Francesco, “Egli è Soggetto che si fa conoscere e si manifesta nel rapporto da persona a persona”.

È così che, grazie alla penna congiunta di due Papi, scopriamo ciò che ci eravamo quasi persi per strada nell’epoca contemporanea: non siamo noi i protagonisti solitari, c’è un Altro che ci sta amando. Da sempre.


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