Si fa un gran parlare del fronte anti-renziano del Partito Democratico. Ma chi fa parte del fronte a favore di Matteo Renzi? Oltre al nutrito gruppo di parlamentari suoi fedelissimi, da Matteo Richetti a Dario Nardella, da Angelo Rughetti a Maria Elena Boschi, c’è tutto un mondo fuori e dentro il partito che si sta mobilitando a favore del sindaco di Firenze. Un mondo che si darà appuntamento il 27 ottobre alla “Quarta leopolda”, la grande convention in stile democrat Usa su cui “Matteo” e il suo staff stanno già lavorando. Che il sindaco si candidi oppure no.
La rete dei sindaci
Alla kermesse renziana, gli ospiti d’onore saranno sicuramente i sindaci. È su questo lato del Pd che Renzi sta puntando. Lo si è visto nella grande attenzione con cui si è speso in prima persona per le ultime amministrative. Lo si è letto nella sua intervista al Corriere fiorentino domenica in cui ha detto che la sua decisione finale sulla segreteria la prenderà a settembre insieme agli “amministratori del territorio”. Lo si è riletto oggi su Repubblica: “Bisogna partire dai sindaci. Possono dare una mano. Il Pd così può essere il luogo delle nostre speranze e non delle singole ambizioni”.
Un po’ come ha fatto Ignazio Marino a livello locale, anche Renzi vuole allontanare da sé l’immagine del corpaccione del Pd, dei potenti “capi corrente di Roma” e diventare il simbolo di un Pd alternativo, nuovo, rappresentato dai tanti volti impegnati ogni giorno sul territorio e che, non a caso, hanno trionfato nell’ultimo confronto elettorale. E questa attenzione sembra ricambiata dagli amministratori. Ci sono sindaci renziani a Treviso, Giovanni Manildo, a Siena, Bruno Valentini, a Brescia, Emilio Del Bono. E non hanno nascosto simpatie per “Matteo” neanche il sindaco di Bari Michele Emiliano e quello di Milano Giuliano Pisapia.
La società civile… e non solo
Per staccarsi dalla logica di vecchio partito, Renzi ha sempre posto molta cura anche nel rapporto con la cosiddetta “società civile”. Ricordiamo i tempi delle primarie quando a suo favore si schierarono più o meno apertamente personaggi noti come Oscar Farinetti, il creatore di Eataly, lo scrittore Alessandro Baricco, Jovanotti e che sarebbero pronti a sostenerlo anche in questa nuova corsa. Renzi non ha mai avuto problemi ad “aprirsi” anche ad esponenti “offi limits” per un leader di centrosinistra. Così ha fatto molto discutere il suo recente caffè con Flavio Briatore, anche lui diventato “renziano”. E a far discutere furono anche i suoi rapporti con Davide Serra, il finanziere che organizzò per lui una cena di raccolta fondi a Milano.
La stampa
Tra gli alleati renziani, si potrebbe inserire anche il gruppo Espresso. Repubblica, dopo un’iniziale diffidenza verso Renzi, ha accettato la sua corsa alla leadership, come dimostrano le parole di Eugenio Scalfari. Anzi il gruppo Espresso ha dato al sindaco una straordinaria vetrina, in occasione della Repubblica delle idee lo scorso giugno, organizzata proprio nella sua Firenze.
L’asse con Walter Veltroni
Per scalare Largo del Nazareno, qualche amicizia fra gli avversatissimi capicorrente bisogna pur averla. Così dopo l’illusione di un avvicinamento con Massimo D’Alema, ora il sindaco può contare sul sostegno di Walter Veltroni. “Se lui lavorerà per un partito del riformismo italiano, io lo sosterrò”, ha detto ieri sera a In Onda. Sottolineando però quello che in molti considerano l’anello debole di Renzi: “Non basta conquistare i voti in uscita dal centrodestra, ma bisogna motivare anche chi da sempre è di centrosinistra”. Non è un caso però che nella riunione famosa anti-renziana “Fare il Pd”, a mancare tra tutte le correnti del partito fosse proprio quella veltroniana.
L’asse con Goffredo Bettini
Un altro asse che sembra profilarsi all’orizzonte è tra Renzi e Goffredo Bettini, quello che il lobbista Claudio Velardi ha definito su Formiche.net “il politico più forte che c’è nella Capitale nel campo del centrosinistra”. L’ex spin doctor di Veltroni che oggi presenterà una sua mozione in vista del Congresso ha scritto una lettera su Europa in cui ha chiarito di essere un “non renziano” ma ha ammesso anche che Renzi è l’unica carta per il Pd. Endorsement prontamente ricompensato oggi da Renzi che nell’intervista a Repubblica cita “un documento di Goffredo Bettini molto interessante”.