Crescere crescere crescere. Ma non è ipotizzabile alcun progetto di rilancio del settore manifatturiero se non si realizza prima una riforma strutturale del mercato del lavoro. Questo l’appello di Dino Piacentini, presidente Aniem, l’Associazione Nazionale delle piccole e medie imprese edili, lanciato nel corso della conferenza “Globale ed etica, i valori della nuova manifattura” organizzata oggi a Roma da Confimi Impresa presieduta da Paolo Agnelli. Nel corso della conferenza il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, denunciando il rischio di “deindustrializzazione” ha ribadito l’impegno del governo per la “manifattura” e sottolineato che “la filiera delle costruzioni è un motore o il motore della crescita”.
Il valore del settore edile per il Pil italiano
Le richieste del presidente Aniem, Piacentini, sono state chiare: “Alleggerire gli oneri che gravano sull’impresa, liberare risorse a vantaggio dei lavoratori, avvicinare finalmente il nostro sistema a quello europeo superando il paradosso insostenibile di avere il costo del lavoro più alto e i livelli salariali più bassi. È questa – ha spiegato – una priorità che coinvolge tutto il sistema produttivo italiano, e in modo particolare, il sistema delle costruzioni, un settore del quale è unanimemente riconosciuto l’effetto trainante e che rappresenta, da solo, circa il 12% del Pil italiano, una fetta consistente dell’attività economica del nostro Paese che ancora nel primo trimestre del 2013 ha registrato un crollo del 20,9% rispetto allo stesso periodo del 2012”.
Il ruolo delle casse edili
“Peraltro – ha osservato Piacentini – la normativa che è stata prodotta nell’ultimo decennio ha fortemente ampliato il ruolo e le funzioni delle casse edili. Nell’insieme – ha proseguito Piacentini – si tratta di un sistema anacronistico, frammentato, chiuso, lontano dalle reali esigenze del sistema produttivo e occupazionale. Un apparato troppo costoso che incide sugli stipendi e sulle imprese”.
Costi Inail e stipendi dei dipendenti
“Se rivedessimo il sistema delle bilateralità, realizzando finalmente un sistema unitario a livello regionale o addirittura nazionale e mettessimo in atto un meccanismo premiante in grado di abbassare gli altissimi costi dell’Inail, stimiamo che un operaio medio potrebbe aumentare lo stipendio mensile di circa il 10%. Anche così potremmo rimettere in moto l’economia e fare il puro interesse del mercato”.
La collaborazione con il sindacato
“Vorremmo che il sindacato, insieme a noi, si mobilitasse per alleggerire il peso contributivo che grava sul lavoro per garantire ai lavoratori salari più dignitosi”, ha concluso.