Dopo quattro anni David Thorne lascia il suo posto a John Phillips, che il presidente americano Barack Obama ha infatti nominato nuovo ambasciatore Usa in Italia. Phillips, avvocato di Washington e grande sostenitore della campagna elettorale del presidente democratico, è sposato con l’ex collaboratrice della Casa Bianca Linda Douglass, ex giornalista della Abc che dal 2009 al 2010 è stata direttrice della comunicazione nell’ufficio della Casa Bianca e si è occupata della riforma sanitaria.
Le origini italiane
Nonostante il cognome, Phillips ha in parte origini italiane: i suoi nonni, il cui cognome era Filippi, erano emigranti. Laureato all’Università di Notre Dame e a quella di Berkeley, Phillips è stato fondatore e partner della Law Firm of Phillips & Coen di Washington dal 1988 al 2013. Attualmente svolge l’incarico di membro e presidente della President’s Commission on White House Fellowship. E’ anche il fondatore della Taxpayers Against Fraud, nel cui comitato esecutivo attualmente siede. Phillips è stato fra i più generosi sostenitori della campagna per la rielezione di Obama, al pari di altri due aspiranti all’incarico di ambasciatore in Italia: la filantropa di San Francisco Azita Raji e lo scrittore Robert Mailer Anderson.
“Il ringraziamento” di Obama
Durante la campagna elettorale, spiega Maurizio Molinari sulla Stampa, Phillips è riuscito a diventare un “bundler”, contribuendo a raccogliere “almeno 500 mila dollari oltre ai 224820 versati direttamente dal proprio studio legale”. I “bundlers” sono stati “l’ossatura della raccolta miliardaria di Obama e l’assegnazione della sede di Via Veneto somma il riconoscimento del ruolo svolto come l’apprezzamento per l’impegno civile che già ha portato la Casa Bianca ad assegnargli il compito di coordinare l’assegnazione delle borse di studio, proprio come fece Bill Clinton nel 1997”, conclude il corrispondente dall’America del quotidiano diretto da Mario Calabresi.
L’affare di Borgo Finocchieto
Phillips ha mantenuto uno stretto legame con l’Italia come dimostra l’acquisto nel 2002 di un borgo vicino a Siena, Borgo Finocchieto, poi trasformato in un hotel di charme. L’intento di Phillips era di avere una proprietà dove ritrovare le origini italiane degli antenati, che di cognome facevano Filippi, trasformandolo in luogo di “riflessione e relax” per convegni di centri studi e singole famiglie. La scelta è caduta su Borgo Finocchieto perché vi hanno trovato un luogo “non cambiato molto da 1000 anni a questa parte”, come dissero nel 2009 al termine di una lunga opera di ristrutturazione che ha portato a realizzare un complesso con 22 stanze, piscina, campo da tennis, sala per assaggiare i vini, garage con 18 posti ed una cucina mozzafiato “dove ogni grande chef vorrebbe venire” secondo Phillips, la cui speranza è di riuscire a portare Obama nel Borgo. L’avvocato, spiega il New York Times, si ritrova oggi in mano un borgo dal valore di 30 milioni di dollari. I costi complessivi a cui ha dovuto far fronte? Meno di un terzo. Il fiuto per gli affari, speriamo anche per quelli che possono riguardare gli scambi italiani con gli Usa, al neoambasciatore non sembra mancare.