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Prestiti online, aumento record per le sofferenze bancarie

Prestiti online

I prestiti online e tradizionali sono in calo anche perché le banche non ricevono quanto erogato in precedenza: a rivelarlo l’ultimo rapporto dell’Abi.

 

Siamo in estate, nel periodo dell’anno nel quale solitamente si fanno gli ultimi preparativi per le vacanze perché tra non molto si partirà. Il calo di liquidità che ha interessato numerosi nuclei familiari però non sempre consente di far fronte a tutte le spese, e per questo motivo sempre più persone decidono di richiedere un finanziamento per andare in vacanza. Per trovare quello che più si adatta alle necessità specifiche di ogni individuo è necessario mettere i prestiti offerti dai migliori istituti di credito a confronto per avere a disposizione il denaro necessario.

 

Nel suo ultimo rapporto l’Associazione bancaria italiana ha evidenziato come  l’erogazione di prestiti dalle banche a cittadini ed imprese sia scesa come numero di ben 3 punti percentuali nel corso degli ultimi 12 mesi. Lo stesso rapporto ha messo contestualmente in luce l’elevato tasso di insolvenza che caratterizza i debitori italiani, con “soli” 1.735 miliardi su 1.893 rientrati nelle casse degli istituti di credito che hanno concesso in precedenza prestiti online e tradizionali. La stessa Abi non ritiene comunque preoccupante il fenomeno: “L’andamento – si legge infatti nel documento – è in linea con l’evoluzione delle principali grandezze macroeconomiche”.

Stando a quanto contenuto nello stesso rapporto, anche il differenziale tra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta delle famiglie è sensibilmente diminuito, toccando quota 179 punti base (un punto meno dell’ammontare rilevato a maggio e 10 meno di un anno fa). Incredibile il dato se confrontato con quello pre-crisi 2008, quando si era sopra la soglia dei 300 punti.

La possibilità di incappare in uno stato di insolvenza per i consumatori italiani è in definitiva molto elevata, con le ultime stime che ritengono a rischio il 22% di crediti in più rispetto al 2012; a generare un simile stato di cose l’elevata pressione fiscale e la galoppante flessione dei consumi.

Rischi così elevati costituiscono attualmente un vincolo eccessivamente stringente per i consumatori italiani, che preferiscono evitare di presentare richieste di finanziamento pur di non rischiare l’eventuale default: “Non ci attendiamo inversioni di tendenza significative – ha dichiarato a riguardo Gianfranco Torriero, responsabile dell’Ufficio studi Abi – sia per la raccolta che per gli impieghi la dinamica resterà invariata almeno a luglio e agosto. Negli ultimi tre mesi l’andamento è stato coerente, ora aspettiamo di vedere i dati di settembre”.

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