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Processo Mediaset, Berlusconi si affidi a Coppi e a Putin…

Lui si dice sereno e sicuro che dalla Cassazione il 30 luglio, data dell’udienza sul Processo Mediaset, giungeranno buone notizie. Ma se così non fosse, cosa accadrebbe a Silvio Berlusconi e a cascata al Pdl, al governo delle larghe intese e al Paese? Il problema è così rilevante che si prospettano altre soluzioni per superarlo. Soluzioni politiche.

Formiche.net ha avviato un dibattito sull’argomento. Dopo le opinioni di Mario Sechi e Lodovico Festa, ecco la conversazione con Giuliano Cazzola, ex deputato del Pdl e poi in Scelta Civica, che consiglia di fatto consiglia al Cavaliere la tattica da seguire.

Libero torna oggi a chiedere al capo dello Stato la grazia di Berlusconi. È una strada percorribile secondo Lei?
In caso di conferma della condanna nel processo Mediaset da parte della Suprema Corte, la sola via d’uscita per Silvio Berlusconi sarebbe la grazia del Presidente della Repubblica. Ma si tratta di un evento impensabile, perché Napolitano non si esporrà mai fino al punto di sfidare apertamente i vertici della magistratura. Poi, se davvero esiste una congiura contro l’ex premier quanti atti di grazia dovrebbe emanare il capo dello Stato visto che le condanne saranno più di una in rapida successione?

Altra soluzione prospettata per uscire dall’impasse, è la nomina a senatore a vita. Come la vede?
La nomina a senatore a vita, oltre a sollevare un gran polverone (ma Berlusconi è veramente peggio di Giulio Andreotti?) non servirebbe allo scopo, perché i processi nei suoi confronti continuerebbero. Paradossalmente l’unico salvacondotto il Cavaliere potrebbe averlo proprio dai giudici. Con un’assoluzione. Magari anche soltanto con rinvio.

Ma a prevalere sembra essere la sensazione che dai “magistrati politicizzati” arrivi una condanna…
Perché Berlusconi e il suo entourage devono dare per scontata la condanna in Cassazione? Sono loro che hanno trasformato i procedimenti in processi politici. Così, nei confronti del Cavaliere c’è una metà degli italiani che lo condannerebbe a prescindere, un’altra metà che gli perdonerebbe tutto… anche se, diciamoci la verità, qualche sorcio in bocca glielo hanno pure trovato! Ma io mi sono domandato spesso come può essere predisposto un giudice quando l’imputato, i suoi legali e tutto uno schieramento politico lo accusano di aver già scritto la sentenza di condanna… E quando l’altra metà del cielo è pronta a biasimarlo se lo assolve.

Cosa dovrebbe fare allora Berlusconi per “salvarsi”?
Al suo posto cambierei tattica e legali. Dichiarerei che ho fiducia nella magistratura e chiederei una difesa solo tecnica, come l’avvocato Coppi è in grado di garantirgli.

Non è troppo tardi?
La situazione è largamente compromessa, ma non vedo alternative a seguire la linea di condotta di Giulio Andreotti nel processo di Palermo. E’ tardi? Se è così, e i giochi sono fatti, per il Cavaliere non c’è speranza. Deve aspettarsi il peggio, per sé, per la sua azienda e quindi anche per i suoi figli.

Berlusconi può contare su Letta e Napolitano come “alleati”?
Berlusconi ha capito che al Quirinale e a Palazzo Chigi stanno le personalità che hanno interesse ad evitare che tutto vada per aria. Il fatto è che rischiano anche loro – Napolitano e Letta jr. – di essere travolti dalla sordida macchina da guerra che si è messa in movimento per schiacciare il leader del Pdl.

In caso di nuove elezioni, chi preverrebbe?
Berlusconi può sperare di vincere solo se si va subito al voto con il Porcellum. Ma questo non glielo consentiranno mai. E sullo sfondo è pronta un’altra maggioranza che avrà una sola mission: chiudere la stagione del berlusconismo anche a costo di sfasciare il Paese.

Cosa ne sarà allora del Pdl?
Il Pdl? Che cosa potrà mai fare? Nei giorni scorsi mi sono trovato nella casa romana che ormai frequento poco un nido di vespe che cercavano di uscire all’aperto sbattendo all’infinito contro i vetri, fino a cadere stremate. Ha capito la metafora?

Ma in caso di condanna, cosa succederà a Berlusconi?
Se dovessi dare un consiglio a Berlusconi, se la Cassazione dovesse condannarlo, si rifugi subito all’estero, dal suo amico Putin. E se gli è possibile sposti lì le sue attività economiche.



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