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Quando la comunicazione politica fa cilecca. Il caso Bulgaria

Talvolta la comunicazione politica sembra fare cilecca, ossia non riesce a far breccia nei media internazionali. È il caso della Bulgaria.
Anche in questo caso c’è stato un casus belli che ha fatto esplodere la protesta però, a differenza della vicenda turca e brasiliana, è un casus belli totus politicus. Ossia la nomina da parte del governo di Delyan Peevski, un magnate dei media 32enne, a capo dei servizi di sicurezza.

La protesta è stata tale che il governo ha fatto subito marcia indietro ma ormai la protesta si è generalizzata e da diversi giorni, quasi ogni sera, scendono in piazza numerosi manifestanti per protestare contro la corruzione e il malaffare.

Forse uno dei motivi per i quali la protesta non è stata ampiamente ripresa dai media occidentali, cinicamente parlando, sta nel fatto che non vi sono stati episodi di repressione particolarmente violenta da parte delle forze dell’ordine. Al contrario, la polizia avrebbe fatto capire di condividere i motivi della protesta.

Un altro motivo è che Brasile e Turchia in questi ultimi anni hanno registrato tassi di crescita interessanti, attraendo anche molti investimenti dall’estero (anche se si registra adesso un rallentamento). Inoltre la Turchia è in lista d’attesa per entrare nell’UE. A differenza di questi due Paesi invece la Bulgaria ha un peso specifico decisamente minore.

C’è da dire che i manifestanti hanno portato un colpo a segno con un riuscitissimo gioco di parole: DANSwithme, dal nome dei servizi segreti bulgari, Dans appunto.
Il gioco di parole DANSwithme o дансwithme in cirillico, è già diventato un popolare hashtag su Twitter.
Interessante infine sottolineare che la Bulgaria sconta un paradosso: avere il debito pubblico tra i più bassi d’Europa e al tempo stesso essere il paese europeo più povero.


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