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Raidue: dopo Michele, chi?

Ieri è andata in onda su Raidue la seconda puntata del talk-show “Virus – Il contagio delle idee”, condotto dal giornalista Nicola Porro, vice-direttore vicario de Il Giornale, da poco approdato in Rai, dopo la fine dell’esperienza di “In Onda” su La7.

L’ascolto in primetime di “Virus – Il contagio delle idee” è stato di un milione di spettatori con uno share del 5,3%; la flessione rispetto alla prima puntata è di 290 mila spettatori (- 22% dell’ascolto) e -1,2 punti di share. Una quota d’ascolto del 5,9% raggiunta finora da Virus, rappresenta il peggior risultato della media dei talk show d’informazione che Raidue ha proposto negli ultimi anni.

Sono passati ormai 11 anni da quando Silvio Berlusconi, allora Presidente del Consiglio, in una conferenza stampa da Sofia accusò Enzo Biagi, Daniele Luttazzi e Michele Santoro di fare un uso criminogeno della TV di Stato. Qualche mese dopo con le nomine alle direzioni di Raiuno e Raidue (di due ex deputati eletti nel centrodestra nel ‘94), rispettivamente, Fabrizio del Noce ed Antonio Marano, le conseguenze per i tre destinatari dell’ editto furono scontate, esclusi dai palinsesti Rai.

L’allontanamento dalla Rai di Enzo Biagi fu accelerato dall’invito esplicito del futuro ministro delle comunicazioni, Maurizio Gasparri che auspicò, da un’emittente TV milanese, l’allontanamento dalla Rai dell’anziano giornalista.

Anche il destino di Daniele Luttazzi era segnato, nonostante Satyricon in onda in seconda serata su Raidue, avesse ottenuto un ascolto medio elevato di 2,4 milioni ed uno share del17,2%, dato mai più raggiunto dalla rete in quella fascia. La puntata di Satyricon incriminata fu quella dove in piena campagna elettorale Marco Travaglio parlando del suo libro “L’odore dei soldi” attaccò pesantemente Silvio Berlusconi.

La sorte che toccò a Carlo Freccero, innovativo direttore di Raidue di quegli anni, suo l’arrivo in TV del Commissario Montalbano, fu l’oblio in una stanza di viale Mazzini senza computer. Soltanto nel 2005, tre anni dopo, Adriano Celentano sdoganò l’ex direttore di Raidue chiamandolo nello staff degli autori dello show Rockpolitik.

Il bando di Michele Santoro dal palinsesto di Raidue ebbe un epilogo giudiziario vinto dalla Rai. Perciò, l’esperienza di Sciuscià si concluse nel maggio 2002; nelle 24 serate ottenne un ascolto di 4,1 milioni ed uno share del 16,9%. Per Michele Santoro le porte della Rai si riaprirono, dopo una breve stagione da europarlamentare dell’Ulivo e la vittoria alle elezioni legislative del Centrosinistra nel 2006.

Tra il 2006 e il 2011 con Annozero Santoro va in per 5 stagioni consecutive per un numero complessivo di 162 serate, assicurando a Raidue un ascolto medio totale di 4,3 milioni e 17,5%, con una punta di 8,4milioni e 32,3% raggiunta nell’ultima puntata del 9 giugno 2011.

Gli ascolti crescevano insieme alle polemiche politiche, anche per la scelta di Santoro di avvalersi di un editorialista “feroce” come Marco Travaglio, che edizione dopo edizione, conquistava uno spazio centrale nel talk-show di Santoro.
Nel frattempo la ricerca di un anti Santoro è andata avanti. Ci hanno provato tante volte e con risultati insoddisfacenti.

A cominciare da Antonio Socci, assunto in Rai nel 2002, già collaboratore con Il Foglio, Libero e Panorama. Fu il primo conduttore a cui venne assegnata la missione di far dimenticare Santoro.
Excalibur condotto da Socci, andò in onda nella prima serata del lunedì per due stagioni, per un totale di 37 serate. L’ascolto di Excalibur si attestò ad un valore medio di 1,9 milioni e ad uno share del 7,4% (meno della metà di quanto performava Sciuscià l’anno precedente).

Nella stagione successiva fu la volta della coppia di giornalisti del Tg2 Daniela Vergara e Giovanni Masotti, che condussero nella famigerata collocazione del giovedì “Punto e a capo”. Nelle 19 serate trasmesse l’ascolto scese a 1,7 milioni e ad uno share del 6,5%.

Nel settembre 2005 toccò all’allora direttore di Rai Parlamento, Anna La Rosa, confrontarsi con l’inattaccabile collocazione di Santoro, il suo “Alice” si attestò a 1.6 Milioni e al 6,2% di share e dopo una stagione chiuso pure quello.

Intanto, la ricerca di un “Santoro” di area moderata in questo ultimo decennio non si è mai fermata, ed ha richiesto il reclutamento di giornalisti di comprovate simpatie politiche, sperimentandoli in fasce orarie, non di primetime, dopo i flop sopraccitati.

Così sono arrivati in Rai due giornalisti, ex Mediaset, Gigi Moncalvo divenuto prima opinionista su Raitre e poi capo struttura dell’informazione su Raidue e Francesca Senette che dal Tg4 è passata a condurre il rotocalco di Raidue “Italia allo specchio”, chiuso dopo la prima stagione 2008/2009.

Nel 2011 si fa anche il nome di Giuliano Ferrara quale papabile per un primetime di approfondimento su Raidue, ma il direttore de Il Foglio preferì restare su Raiuno a condurre “Qui Radio Londra”, programma chiuso nell’autunno 2012 con Mario Monti Premier e l’arrivo di Luigi Gubitosi alla direzione generale della Rai.

All’eclettico Gianluigi Paragone, già direttore di quotidiani come La Padania e Libero, l’entrata in Rai era avvenuta con la qualifica di vicedirettore di Raiuno e poi come vicedirettore di Raidue con delega all’informazione; successivamente gli è stata affidata la conduzione di un talk show, nel 2009 Malpensa Italia e dal 2010 al 2013 “L’Ultima Parola”, in seconda serata del venerdì su Raidue.

L’esperienza Rai di Paragone si è conclusa in questi giorni con il passaggio a La7; uscendo dalla Rai, dopo 7 puntate di Malpensa Italia e 42 di “L’Ultima Parola”, ha avuto il coraggio di dire “La Rai mi ha cacciato perché non volevano che parlassi”.

A due anni dall’uscita di Santoro, Raidue è ancora all’affannosa ricerca di un nome autorevole per un programma di approfondimento di primetime. La modesta performance di Virus, nettamente al di sotto della linea di rete, dovrebbe persuadere l’esperto direttore di Raidue Angelo Teodoli, a non confermare Porro nel primetime autunnale perché uno share del 6%. potrebbe mettere a repentaglio gli obiettivi di ascolto e i ricavi pubblicitari.

Intanto, Michele Santoro è stato blindato nel palinsesto di La7, facendo dichiarare a Umberto Cairo, alla presentazione dei palinsesti, “La7 non può rinunciare ad un mattatore come Michele Santoro, Servizio Pubblico nelle 28 serate ha ottenuto una media di 3,9 Milioni e 13,4% di share. Servizio Pubblico è una delle collocazioni più richieste dagli inserzionisti pubblicitari”.

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