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Rcs e Della Valle, la confusione istituzionale avanza

John Elkann informa il Quirinale della salita di Fiat al 20 per cento, come primo azionista di Rcs? E pure Diego Della Valle si rivolge al capo dello Stato, chiedendogli di far sentire la sua voce sulla partita di via Solferino.

Non si arresta, quindi, la diatriba fra Elkann e Della Valle, ma ora compie un salto istituzionale di cui non si sentiva la necessità. Mister Tod’s è arrivato al punto di scrivere a Giorgio Napolitano sulla questione Rcs: “Presidente Napolitano, abbiamo bisogno di sentire la Sua voce”; inizia così la lettera con cui l’imprenditore chiede “una voce forte, al di sopra delle parti e della massima autorevolezza” che Della Valle ha fatto pubblicare a pagamento su alcuni quotidiani.

Quando capitalisti privati si rivolgono alla presidenza della Repubblica per affari privati, che pure rappresentano una primaria società editoriale quale è Rcs, si denota una certa confusione istituzionale visto che, al netto di una competenza dell’Antitrust su eventuali acquisizioni e fusioni, la composizione azionaria di Rcs non può interessare la politica, e tanto meno la presidenza della Repubblica.

Che Giorgio Napolitano sia il principale fattore di equilibrio sistemico in Italia è fuori di dubbio. Che si debba interessare, per allestire magari governance stile larghe intese, a faccende privatissime in cui capitalisti e imprenditori si becchettano e si bacchettano per privatissimi affari denota una preoccupante caduta di stile.


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