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Rcs, a che cosa punta davvero John Elkann

”E’ strategica, altrimenti non avremmo investito tanto”. Così dice Sergio Marchionne entrando all’Unione Industriale di Torino. Pochi metri più in là i cronisti assediano Gianluigi Gabetti, presidente onorario di Exor, l’uomo che curato l’esordio nel business di John Philip Elkann e protetto la leadership di Marchionne nei momenti più difficili: ”John ci sa fare – dice – Rcs è in buone mani”.

Due conferme

Due battute da cui si ricavano due conferme: 1) la Fiat non intende far passi indietro da via Solferino, né piegarsi a una logica di compromesso. Un’operazione “strategica” non prevede di  sicuro il condominio con un Diego Della Valle. 2) L’operazione Rcs è farina del sacco di Jacky Elkann. Marchionne approva (né potrebbe fare altro) anche se, impegnato com’è nella partita per assicurarsi il controllo dell’intero capitale Chrysler, non avrebbe preferito “investire tanto” in Rcs Mediagroup. Ma il ceo che viene dal Canada ha troppo rispetto per le prerogative dell’azionista (e presidente) di Fiat per esprimere eventuali dubbi in pubblico: non le fece nemmeno, da semplice consigliere Exor, quando prese atto dell’intento di promuovere un massiccio aumento di capitale della Juventus. Tantomeno lo poteva fare oggi: come sottolinea lo stesso Gabetti, l’opeazione Rcs è per certi versi l’esordio di John Elkann nel gotha del big business.

Il circolo potenziale di John

Al nipote dell’Avvocato non manca nulla per far parte del circolo esclusivo dei veri potenti: è il socio di riferimento di una delle più importanti e (dopo la cessione di Sgs) liquide finanziarie d’Europa; è, fin dalla nascita, al centro di un crocevia di entrature di altissimo livello; grazie a Sergio Marchionne, dispone di un management tra i più apprezzati, cosa che gli offre la possibilità di operare sl fronte delle strategie.

Obiettivo: grande affare

Per completare il quadro, insomma, non manca che una cosa sola: il grande affare che porti soltanto la sua firma, non affiancata da quella di Marchionne. L’occasione giusta poteva essere l’assalto alla F1 assieme a un altro rampollo illustre, James Murdoch. Ma le difficoltà dello squalo vanificarono l’attacco quando già l’alleanza era sulla rampa di lancio. Oggi John ci riprova. Di fronte non c’è Bernie Ecclestone, bensì il patron della Fiorentina.

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