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Renzi ha un linguaggio da rottamare

Grazie all’autorizzazione dell’editore e dell’autore, pubblichiamo il commento di Riccardo Ruggeri, saggista ed editore, apparso sul quotidiano Italia Oggi diretto da Pierluigi Magnaschi.

Curiosamente i miei amici più cari, sia di destra che di sinistra, sono renziani. Altri amici, o non vanno a votare, o votano Berlusconi, come il meno peggio. Altri ancora sono della sinistra vera (Manifesto e aree limitrofe), non quella querula fatta di ex magistrati, ex Onu, intellettuali e sindacalisti da strapazzo. Poi ci sono gli amici contadini, operai, pensionati a cui sono legato fin da ragazzo, non hanno molte sofisticazioni: o Berlusconi o Pd.

Mi concentro solo sui renziani. L’aspetto più affascinante dell’oggi, per un vecchio signore come me, è che i miei concittadini tendono a privilegiare non il «cambiamento», come sarebbe logico, ma il «cambio» del leader, nell’idiota speranza che costui mantenga i loro diritti-privilegi, a scapito di quelli degli altri. In questo senso, il primo Renzi aveva il profilo giusto per costoro: di sinistra (quanto basta), giovane (q.b.), linguaggio sciolto (q.b.), empatia (q.b.), un generico programma blairiano (q.b.), e così via.

Se Renzi avesse vinto le primarie, oggi sarebbe il premier di un monocolore maggioritario Pd, immagino che seguirebbe il programma del suo guru targato Mckinsey. Ci sarebbero già i primi scricchiolii, con fatica arriverebbe alle elezioni europee del 2014. Allora, cotto a puntino, sarebbe pronto per entrare nel pantheon dei trombati-tromboni, molto frequentato.

Fortunatamente per lui, ha perso le primarie, è rimasto una promessa, nel frattempo spero abbia capito molte cose. Primo, buttare, se non nell’Arno almeno nel Serchio, il programma del guru. Leggendolo, mi è parso tornare a Londra dove vivevo nei primi anni ’90, con Major e poi con Blair, intenzionati a distruggere, per insipienza, il bel lavoro sporco fatto dalla Thatcher, con terze vie inesistenti. Ultimamente, Renzi si è mosso molto, a volte pare troppo incipriato, a volte il cerone lo tradisce, il linguaggio che usa è perfetto, ma tende ad invecchiare subito , la stessa frase dopo un paio di mesi sembra uscita da un microonde, o peggio da un cassetto. Dicono gli esperti che il momento magico per lui stia finendo, per la prima volta è sceso al secondo posto, dopo Letta, nel giudizio sul leader, anche se, a detta degli stessi esperti, si rivotasse in autunno, Renzi vincerebbe, perché più capace di attirare i voti del centro-destra.

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