errare human est, perseverare autem diabolicum. oltre quaranta saggi sono al lavoro per riformare la costituzione e il governo cosa fa? presenta un proprio disegno di legge costituzionale per abolire le province. la loro soppressione è oramai divenuta un dogma. la decisione della consulta che ha cassato il decreto legge con il quale monti aveva, improvvidamente, preteso di intervenire sulla materia è stata vissuta come un intollerabile arresto per una riforma necessaria alla salvezza del paese. nessuno sembra ricordare che la soppressione delle province è conseguenza dell’opzione federalista imposta dalla lega nord. anche volendo prescindere dagli scandali e dalle conclamate inefficienze delle amministrazioni regionali, siamo così sicuri che l’assetto basato sulle regioni sia preferibile a quello delle province? non sono un esperto di diritto costituzionale, ma sono sempre preoccupato quando le decisioni vengono assunte sull’onda emotiva e senza un adeguato dibattito. perché non affidare ai saggi, voluti dal presidente napolitano, il compito di valutare, senza pregiudiziali di sorta, l’articolazione interna della repubblica italiana? il rischio è che si vari la soppressione delle province per scoprire, tra qualche tempo, che il loro ruolo non poteva essere assunto dalle regioni. è indubbio che le funzioni, oggi, attribuite alle province non appaiono sufficienti a giustificarne l’esistenza. ma mi chiedo se piuttosto che abolirle non sia più opportuno ricalibrarne le competenze, viste le gravi inefficienze che connotano la amministrazione regionale. si parla tanto di sussidiarietà ma, poi, si dimentica che detto principio presuppone un governo dal basso, con la conseguenza che si dovrebbe privilegiare il livello provinciale rispetto a quello regionale. non è vero che in italia non si fanno le riforme. il dramma è che quando non vengono sufficientemente ponderate, tutte le energie vengono assorbite dalla riforme delle riforme.
Soppressione delle province, decidano i saggi di Napolitano
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