Il lusso affascina e diventa irresistibile per la nuova classe medio-alta cinese. E dopo aver delocalizzato le loro imprese per sfruttare costi della manodopera più bassi di quelli record europei, e soprattutto italiani, le grandi firme del settore puntano alla conquista di un nuovo mercato enorme e fiorente. Ma nel flusso verso Est, la cinese Stella International viaggia controcorrente, e rischia di mettere a dura prova chi fino ad oggi ha protetto senza problemi il settore del lusso, mercato incontrastato italiano e francese. E, soprattutto, a casa propria.
Chi è Stella International
Stella International Holding, il produttore di scarpe asiatico i cui ordini arrivano da colossi del lusso come Prada, ha deciso di espandersi a Parigi. Secondo quanto riporta Bloomberg, la società, fondata a Taiwan e quotata alla borsa di Hong Kong, ha in programma l’apertura di due punti vendita a Parigi, oltre a quello già esistente, entro la fine del 2013. Un’ouverture all’ombra della Tour Eiffel, come primo passo per allargarsi poi in altre città europee, ha spiegato Stephen Chi, ad della divisione retail.
Prada e Lvmh
Ma nella capitale della moda, Stella si ritroverà a fronteggiare rivali ben più conosciuti come Prada e la Lvmh dell’imprenditore francese Bernard Arnault, che può giocarsi l’ultimo acquisto, tutto italiano, del campione del cachemire Loro Piana. Entrambi i gruppi sono clienti della società manifatturiera Stella, secondo il suo sito internet, anche perché i marchi occidentali si sono rivolti al Dragone per conquistare fette del suo mercato del lusso, in crescita. Scelta opposta per Stella, che conta già 400 punti vendita in Cina, e che punta invece all’espansione in Occidente. “Vogliamo essere un brand internazionale, costruendo una piattaforma mondiale e creando una linea del lusso femminile più abbordabile”, ha spiegato Chi.
Un lusso meno lussuoso
Il primo store parigino è specializzato nella vendita di scarpe da donna con un prezzo che varia dai 250 ai 600 euro, circa un terzo di quanto si può leggere sul cartellino di un paio di Prada.
Dopo anni di manifattura per i brand del lusso, Stella intende ora sfruttare l’esperienza del design e della creazione producendo scarpe con il suo nome. “Non siamo Prada, Givenchy o Miu Miu”, ha proseguito Chi. “Vogliamo solo essere il miglior brand possibile in termini di qualità-prezzo”.
Le previsioni sull’apporto del retail
Stella produce anche per gruppi non di lusso come Clarks, Ecco, Rockport e Timberland. La manifattura rappresenta gran parte del suo business, circa il 92% dei suoi ricavi nel 2012, che in totale sono ammontati a 1,55 miliardi di dollari. La società stima ora che l’attività retail, nel giro di cinque anni, sfiorerà il 20% delle entrate, continuando ad aprire punti vendita in Europa ed espandendosi nei settori delle borse e degli accessori.
Il business in Cina
Il produttore di scarpe cinese, prosegue Bloomberg, ha cominciato a vendere i suoi prodotti nel mercato nazionale nel 2006 con i brand “Stella Luna” e “What For”, aggiungendo il recente “Jkjy”. Il settore retail gli ha permesso di incassare il 21% dei ricavi totali, che nel 2012 hanno toccato quota 119,4 milioni, salendo al 7,7% del totale dal 6,6% raggiunto nel 2011. Difficile dire se Stella sarà davvero in grado di spaventare colossi come Kering, Lvmh o Prada, ma il nome orecchiabile al pubblico europeo punta in alto di sicuro.