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Telecom, lo stop a 3 Italia e le mosse di Mediobanca

Dopo mesi di polemiche ed indiscrezioni, è servito un lungo cda ieri per tramontare l’ipotesi di una integrazione fra Telecom e 3 Italia e per fare il punto sullo scorporo della rete, appena poche ore dopo la cessione di Mtv a Viacom da parte di Ti Media per 10 milioni di euro. Ma se il gruppo presieduto da Franco Bernabè chiude le porte alla fusione con la società Hutchinson Whampoa, il fermento sembra dominare ormai il mercato italiano delle tlc, visto il protagonismo dei competitor di Telecom.

Scorporo e 3 Italia

Il dossier H3g era stato aperto ufficialmente lo scorso aprile, ma poi ha preso il sopravvento la questione dello scorporo, che ha ottenuto il via libera del cda in una seduta lampo a fine maggio. Oggi, invece, i consiglieri di Telecom ci hanno messo oltre 4 ore a prendere atto che ”allo stato attuale non ci sono gli elementi necessari per avviare un negoziato”. Speculare il giudizio della controparte: ”3 Italia è giunta alla conclusione che, allo stato attuale, ulteriori contatti non darebbero la garanzia di portare a una proposta di transazione accettabile dal proprio azionista”.

Perché è saltato il tavolo con 3 Italia 

Alla base della rottura il prezzo da pagare per l’aggregazione. I 2 miliardi di valutazione di 3Italia indicati da diverse indiscrezioni sono stati respinti al mittente dal management di Telecom, che ha giudicato la cifra improponibile. ”Abbiamo preso una decisione”, ha commentato il consigliere Tarak Ben Ammar ostentando un certo sollievo dopo una serie di ”riunioni transitorie”. Non hanno gradito la scelta del cda i piccoli azionisti di Asati, i quali ne hanno ”preso atto con apprensione”.

La possibilità del delisting

Il mercato ha scommesso su un possibile ritiro dal listino della società che oramai, abbandonato il business televisivo in perdita, ha al suo attivo soltanto le attività di rete, infrastruttura e multiplex. L’accordo fra Ti Media e Viacom, soci rispettivamente al 51 e al 49%, ha richiesto tempi piuttosto rapidi, dato che il presidente Severino Salvemini aveva manifestato ai soci in assemblea l’intenzione di ”valorizzare al massimo Mtv” lo scorso 5 aprile. Ben più tormentata, anche per le implicazioni politiche, era stata la cessione de La7, finita poi lo scorso aprile nelle mani di Urbano Cairo.

Il fermento sul mercato e l’uscita dal patto a settembre di Mediobanca

“In realtà – sottolinea Carlo Festa sul Sole 24 Ore – da settembre qualcosa dovrà succedere: sia nell’azionariato di Telecom Italia sia nel settore italiano delle telecomunicazioni, ormai pronto per un consolidamento come dimostrano le discussioni tra Vodafone e Fastweb e quelle tra Wind e la stesa 3Italia. In particolare, l’ex monopolista, che deve fronteggiare un calo dei ricavi in modo da non incidere sulla redditività dell’azienda, basa il suo equilibrio azionario su una holding, la Telco, che sembra ormai arrivata al capolinea. Anche ieri Tarak Ben Ammar, nel cda di Teleocom Italia e consigliere di amministrazione di Mediobanca, ha confermato quanto già trapelato, cioè che piazzetta Cuccia uscirà dal patto a settembre. La quota nella holding Telco potrebbe essere svalutata. E lo stesso potrebbe fare Generali. Insomma, sembra solo questione di tempo ma per un nuovo socio sembra necessario per Telecom Italia”.

I nomi in ballo

“Oltre a Telefonica, che è già in Telco, alla finestra ci potrebbero essere grandi compagnie e come Deutsche Telekom e At&t“, evidenzia invece il Giornale.



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