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Gioie e dolori di Ubs, Barclays e Deutsche Bank

La capitalizzazione record di Ubs, il buco miliardario di Barclays e il crollo degli utili di Deutsche Bank, che continua ad accantonare risorse preziose per far fronte alle cause legali che la vedono sotto inchiesta per gli scandali Libor, carbon-trading e non solo. Questi i nodi per i colossi del credito europei nel secondo trimestre 2013, mentre le banche italiane, e i loro prestiti in sofferenza, sarebbero sempre più sotto la lente di Bankitalia. Ecco una rapida panoramica che riguarda tre dei maggiori istituti europei sulla base dei dati odierni.

Il patrimonio Ubs

Dati di bilancio solidi dal gigante bancario svizzero Ubs, che peraltro rivendica di aver raggiunto il livello di patrimonializzazione prudenziale più elevato tra i suoi pari, con un coefficiente Cet1 all’11,2% degli attivi. Nel secondo trimestre ha realizzato un utile netto attribuibile agli azionisti da 690 milioni di franchi, il 32% in più rispetto allo stesso periodo di un anno prima.

I dettagli

L’utile operativo ante imposte è risultato quasi invariato a 1,02 miliardi di franchi. I proventi totali operativi sono invece cresciuti del 15,4 per cento a 7,4 miliardi di franchi. La dinamica piatta dell’utile operativo riflette oneri ante imposte da 865 milioni per contenziosi legali e altri ingenti accantonamenti, rileva la banca con un comunicato, nonché una svalutazione di attivi finanziari. Dicendosi “molto soddisfatto” della performance, l’amministratore Sergio Ermotti ha affermato che questi risultati “dimostrano che la nostra strategia” di rafforzamento della base patrimoniale “è quella giusta”.

Barclays verso l’aumento di capitale

Ma la capitalizzazione mette invece in crisi il colosso inglese Barclays, che ha rivelato di avere un ammanco da 12,8 miliardi di sterline rispetto ai criteri di patrimonializzazione prudenziali pretesi dalle autorità della Gran Bretagna entro metà 2014, e per questo ha annunciato un aumento di capitale di 5,8 miliardi di sterline, sostanzialmente in linea con le indiscrezioni circolate nei giorni passati.

Lo sconto sulle azioni

Il problema è che per rendere attraente questa raccolta di fondi la banca ha deciso di praticare un fortissimo sconto sulle azioni di nuova emissione: per ogni quattro azioni già esistenti intende emettere un nuovo titolo a 185 pence, ossia un 40,1% in meno rispetto alla chiusura di ieri, quando in Borsa aveva già subito netti cali. Ieri le indiscrezioni di stampa su questa operazione avevano contribuito a creare tensioni su tutto il comparto bancario europeo.

Oltre all’aumento di capitale, allo scopo di raggiungere i requisiti di rafforzamento patrimoniale richiesti dalle autorità londinesi, Barclays conta di emettere altri 2 miliardi di sterline in bond, disfarsi di attività per 2-2,5 miliardi e effettuare accantonamenti di utili.

Il crollo di Deutsche Bank e gli scandali Libor e carbon-trading

Utili dimezzati nel secondo trimestre a Deutsche Bank, che ha effettuato nuovi accantonamenti a copertura di rischi giuridici, mentre ha promesso una cura di dimagrimento drastica delle sue attività. Il gruppo intende tagliare di ben 250 miliardi di euro i suoi attivi, pari al 12% del totale anche se non ha fornito indicazioni sulla tempistica di questo riassetto.

La prima banca tedesca chiude il secondo trimestre con un utile netto in calo a 335 milioni rispetto ai 666 dello stesso periodo dell’anno scorso. La banca tedesca ha dovuto accantonare 630 milioni per fare fronte ai costi di una serie di cause legali. A pesare, nonostante l’istituto respinga le attese, sono il coinvolgimento nell’indagine sulla manipolazione del tasso Libor, l’inchiesta sull’evasione fiscale del mercato del carbon-trading; l’azione della corte Usa per i mortgage-backed securities.


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