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Week end a Bellaria, prove di Cosa Blu

“Siccome tutti parlano di “Cose”… la Cosa Nera, la Cosa Bianca… Noi diciamo invece che l’Italia avrebbe bisogno di una Cosa Blu, un partito politico riformatore e liberale che metta insieme tutti i movimenti e le associazioni che brulicano in quest’area politica e culturale”. Le parole di Lorenzo Castellani – 24 anni, uno dei promotori di ZeroPositivo – sintetizzano bene lo spirito dell’incontro intitolato “Modernizzare l’Italia” tenutosi lo scorso weekend a Bellaria (Rimini) e animato da un gruppo di associazioni politiche (oltre a ZeroPositivo, c’erano i rappresentanti di Get Up, Azione LiberalDemocratica, LibereAli e Outsider).

Si percepisce un clima di disagio, tra i partecipanti. “Non giriamoci intorno – commenta Riccardo Lo Monaco, rappresentante sardo degli zeropositivisti – Siamo usciti con le ossa rotte dalle scorse elezioni. Oggi tutti avvertiamo l’esistenza di uno spazio politico enorme, ma anche l’assenza di un collante, che sia un leader o un gruppo di persone capaci peró di dialogare tra loro”.  La due giorni è molto ricca, si parla delle iniziative da mettere in campo con il nuovo think tank Italia Aperta (lanciato tra gli altri da Alessandro De Nicola ed Enrico Musso) e con il comitato per il presidenzialismo “Scegliamoci la Repubblica”. Si ascoltano i consigli di Davide Bacarella, amministratore di DotMedia, la società di comunicazione che segue Matteo Renzi). Un occhio di riguardo è rivolto alla politica locale, con le elezioni amministrative del 2014 come banco di prova per iniziative civiche “capaci di declinare a livello locale i temi della riduzione delle tasse e della spesa, della concorrenza e della trasparenza”, per dirla con Niccolò Fraschini, consigliere comunale di Pavia. “Dobbiamo stare in mezzo alla gente, per riconquistarne la fiducia” chiosa Elisa Petroni, anima organizzativa dell’incontro.

Si discute di prospettive. Scelta Civica appare uno spettro, con alcune ottime individualità ma un’immagine catto-confindustriale che non scalda i cuori. Fare per fermare il declino, dopo il congresso che ha visto il passaggio della guida da Oscar Giannino a Michele Boldrin, non sembra in grado di conquistare uno spazio mediatico sufficiente. La “nuova” Italia Futura è un’incognita. In tanti a Bellaria guardano all’elettorato riformatore deluso dal centrodestra. “Berlusconi – dice il triestino Alessio Briganti nel suo intervento – ha preso 6 milioni e mezzo di voti in meno. Non solo il PdL perde voto di opinione, ma la sua classe dirigente locale è stata bocciata: alle scorse amministrative, è stato battuto in tutti e 20 i capoluoghi di provincia andati al voto, perdendo oltre 500mila voti rispetto al turno precedente”.

La diatriba principale è sulla collocazione. C’è chi come Giovanni Postorino parla di “superamento degli steccati e delle anomalie della destra e della sinistra italiana”. Di parere opposto, invece, Marco Faraci: “Serve soggetto che si collochi politicamente e culturalmente in un perimetro di centrodestra e che valuti l’interlocuzione con il centrodestra esistente sulla base di rigorose richieste di pluralismo e contendibilità”. A conclusione dei lavori del sabato, il segretario di ZeroPositivo, Piercamillo Falasca, cerca una sintesi: “I discorsi astratti sulla collocazione sono deleteri, é dai temi e dalle campagne concrete che si descrive un soggetto politico”, tanto più oggi che la sfida è opporre all’immobilismo del governo Letta un’agenda urgente di riforme”. Quali temi? “Diciamo apertamente che oggi l’unica politica possibile – prosegue Falasca – è quella che si pone e non rinvia il nodo della riduzione sostanziale della spesa pubblica e delle privatizzazioni; promuoviamo la concorrenza come bene pubblico; sosteniamo una riforma in senso presidenziale delle istituzioni; parliamo di un’Europa che ritrovi la sua vena liberoscambista, superando la sclerosi burocratica e a-democratica; diffondiamo la cultura dei diritti e della libertà individiduale”.

Alla tavola rotonda finale della domenica tutti i relatori hanno lanciato messaggi distensivi, mostrando la consapevolezza che nessuna delle attuali realtà della galassia liberale può bastare a se stessa. Enrico Martial, membro della Direzione Nazionale di Fare per fermare il declino, ha parlato del suo movimento come di “una start-up politica che ambisce al proprio suicidio”, cioè a confluire in un progetto più ampio. Per Enzo Raisi, già parlamentare di FLI,  “siamo sempre stati minoranza nei partiti italiani, pur avendo spesso posizioni condivise con la maggioranza degli elettori. Dalla politica ho avuto molto, ho fatto il deputato e persino l’assessore comunale nell’unica giunta di centrodestra della storia di Bologna. Vorrei ora fare il facilitatore di un nuovo progetto politico”. Molto esplicito Marco Taradash: “Tre recenti esperienze elettorali – quelle di Fare, Scelta Civica e Fratelli d’Italia – mostrano una cosa sola: serve un partito, senza veti ed elitismi, con il quale partecipare in posizione non subalterna alla ricostruzione del panorama politico”.

Ed ora che si fa? “Il tempo è denaro e la velocità in politica è un elemento chiave”, dice ancora la Petroni. Vedremo se qualcuno saprà cogliere l’appello di ZeroPositivo per la “Cosa Blu”.



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