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Così Obama vuole tarpare le ali al colosso American Airlines-Us Airways

Tensioni in arrivo nei cieli americani. Il dipartimento di Giustizia americano vuole bloccare la fusione da 11 miliardi di dollari di US Airways e AMR, la holding a cui fa riferimento American Airlines. L’idea è che la fusione porterebbe alla creazione della più grande compagnia aerea al mondo portando al calo della competizione nei mercati locali e di conseguenza all’aumento delle tariffe e al calo dei servizi offerti ai consumatori finali. Il trend di consolidamento nel settore potrebbe quindi essere giunto al termine.

Nome e logo del nuovo colosso

Il dipartimento guidato Eric Holder ha depositato la sua denuncia a un tribunale di Washington DC unendosi così agli intenti dei procuratori generali di sei Stati americani contrari all’operazione. La nascita del colosso dei cieli, che manterrà il nome American e il nuovo logo America, è stata sancita formalmente lo scorso 14 febbraio. L’accordo è stato necessario per dare il via a un piano di riorganizzazione per American Airlines, dal novembre 2011 in bancarotta, e prevede che ai creditori di American Airlines vada il 72% della nuova società e quelli di US Airways il 28%.

I nuovi vertici

Si è inoltre deciso che a guidare il colosso sia l’amministratore delegato di US Airways Doug Parker. Il numero uno di American Airlines, Tim Horton, è stato nominato invece presidente non esecutivo della compagnia, almeno fino al 2014, ovvero fino a quando non si terrà la prima assemblea degli azionisti della nuova società e dopo che American Airlines sarà uscita dalla bancarotta.

La pratica di bancarotta per American Airlines

Nel marzo scorso, l’intesa ha ricevuto il via libera da parte del giudice per la bancarotta, mentre all’inizio di agosto le autorità europee hanno dato il via libera all’operazione, dopo che le società hanno rinunciato al volo giornaliero fra lo scalo londinese di Heathrow e Philadelphia. E’ arrivato però, con una mossa inattesa da analisti e mercato (Us Ariways ha perso fino all’11%) lo stop più temuto, quello dall’autorità giudiziaria federale. E ora si apre un processo che potrebbe durare alcuni mesi: del resto per American Airlines è necessario ottenere tutti questi via libera per poter emergere dal Chapter 11.

I big del settore Usa e il parere dell’Antitrust

Se dovesse superare tutte queste difficoltà, la fusione metterebbe fine al processo di consolidamento dell’industria aerea americana iniziato anni fa, lasciando in mano a quattro colossi (la società nascente da American-Us Airways, United Continental, Delta e Southwest Airlines) l’83% dei posti aerei disponibili sul mercato americano. Secondo gli analisti, questo processo di concentrazione non si tradurrà in un aumento dei prezzi: la concorrenza resta infatti elevata grazie alle compagnie aeree a basso costo, che mantengono pressione al ribasso sulle tariffe. Ma su questo punto il Dipartimento di Giustizia non è d’accordo: le due compagnie, ha spiegato il capo della divisione Antitrust, Bill Baer, non hanno bisogno di fondersi per continuare ad operare.

Un settore già consolidato

Il dipartimento, evidenzia BusinessWeek, ha mostrato una linea morbida sulle fusioni di compagnie aeree. Nel 2008 Delta Airlines ha comprato Northwest, ed è stata seguita due anni dopo dal merger tra United Airlines (Ual) e Continental. Southwest inoltre ha rilevato AirTrain. Tutte fusioni che sono state approvate con poche riserve e senza intoppi a livello normativo.
Qual è quindi il problema ora? “Se sei il primo a fonderti in un’industria in fase di consolidamento, hai un vantaggio”, spiega Robert Doyle, legale antitrust presso Doyle&Mazard di Washington. “I problemi scattano se sei il terzo o il quarto a muoversi. Il dipartimento della Giustizia sta dicendo che ormai di fusioni non c’è più bisogno”, ha osservato Doyle. “E non si sta vedendo quest’operazione con la stessa prospettiva usata per i vecchi merger”, ha aggiunto il suo socio Andre Barlow.

La linea dura di Baer

Ma ci sarebbe anche un’altra differenza, secondo Doyle, e si chiama Bill Baer. “E’ molto aggressivo”, ha sottolineato Doyle, ricordando l’opposizione dell’agenzia da lui guidata all’acquisizione da 20 miliardi di dollari di Grupo Modeloda parte di Anheuser-Busch InBev, completata a giugno dopo varie concessioni. E la divisione Antitrust ha scelto la linea dura anche con Apple, accusata di aver manipolato i prezzi degli e-book.


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