Il governo è in bilico. Il PD dietro la faccia del pre-mier-stanome Letta che invoca alla responsabilità in nome del paese, spasima il ritorno alle urne. Sono in tanti all’interno del partito democratico, anche se non possono dirlo apertamente, a volere le elezioni. Barca e Renzi su tutti non possono permettere che Letta accresca la sua popolarità. Sarebbe clamoroso che, alla prova del governo, un leader nominato diventi un candidato temibile alle eventuali prossime elezioni. Occorre far presto, dunque. Con l’obiettivo di cambiare stampella e passare da quella del PDL a quella dei grillini.
Quale occasione migliore se non quella in cui agli occhi degli italiani risulterebbero Silvio Berlusconi e il PDL gli unici responsabili della caduta del governo?
In questo scenario Berlusconi, infermo e solo, è come Benito. Benito Cereno. Comandante, per rimanere alla metafora della barca dal Cav. stesso evocata, ma al contempo ostaggio di quelli che a molti ingenui Delano sembrano schiavi. Ostaggio di molti dei suoi pessimi ufficiali. Ostaggio degli avversari del partito democratico. Gli uni e gli altri sodali nel non voler mettere mano al Porcellum. Sodali nella mancanza di quella volontà politica necessaria ad attuare concrete riforme a giustizia e conflitto di interessi. Perché, in fin dei conti, l’ammutinamento dei nominati in Parlamento è più facile se la San Dominique è scalcinata, sudicia e trascurata, con le vele ridotte a brandelli.
Il tutto aspettando che si sveli Babo.
Aspettando Babo, Berlusconi come Benito.
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