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Berlusconi ci faccia la grazia di salvare governo e istituzioni

La commozione è comprensibile, come la rabbia e la voglia di reagire anche in maniera altezzosa o sguaiata. Un vero moderato può anche ricorrere a volte a toni smoderati, a patto però che nella sostanza si voglia costruire e non solo distruggere.

Invece le parole e gli annunci di ieri di Berlusconi e dei berlusconiani indicano una direzione di marcia che sbocca soltanto in un vicolo cieco e dunque può solo generare ulteriore frustrazione.

Chiedere sgraziatamente la grazia per il leader politico pregiudicato non è stata una richiesta ben ponderata, tanto da innescare una nota del Quirinale con cui il capo dello Stato ha delimitato il campo di azione deludendo i più focosi del Pdl. Un risultato ben poco confortante per un partito che si vanta di garantire gli equilibri istituzionali e governativi del Paese sostenendo ad esempio il governo Letta e indicando la presidenza della Repubblica, elemento basilare della stabilità democratica.

Ma la schizofrenia di cui sono comprensibilmente preda gli esponenti del Pdl è arrivata al punto di auspicare il voto anticipato, come fa oggi in una intervista a Repubblica l’ex ministro Paolo Romani, quando fino a qualche minuto fa lo stesso Pdl si vantava di essere il garante dell’esecutivo delle larghe intese per evitare il caos.

Lavorare per dare nuovo smalto al Pdl rilanciando il marchio di Forza Italia è legittimo, e secondo il forzista della prima ora Antonio Martino anche auspicabile, per prepararsi alle prossime elezioni, ma gli inviti alla saggezza e alla cautela che arrivano da personalità diverse eppure non lontane da Berlusconi e dal mondo berlusconiano come Giuliano Ferrara e Mario Giordano – che pure non sono noti per essere dei Dc – possono essere utili a non smarrire la retta via per un partito responsabile seppure leaderistico, e dunque anche istrionico e cangiante visto il genio e la sregolatezza del leader.

Chiedere grazie in maniera ricattatoria e minacciare dimissioni di massa può scaldare gli animi di militanti e simpatizzanti, ma non contribuisce a risolvere problemi da affrontare con spirito meno barricadero, magari anche con qualche passo indietro foriero di scatti in avanti per il partito e per il bene dell’Italia.



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