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Berlusconi non si deve dimettere, perché mai?

Credo che sia finito il tempo dei proclami o dei discorsi. E’ tempo di fatti. Il governo delle “larghe intese” era nato per rilanciare l’economia e per modificare l’attuale sistema elettorale (il tanto vituperato “Porcellum”, che adesso in ultima analisi, a sentire le parole di Grillo sta bene anche al M5S – come volevasi dimostrare). Doveva anche abolire l’Imu (e anche su questo si sta arenando). E’ nato male (perché mette insieme due modi diversi di intendere la politica, a torto o a ragione – come se si cercasse di ripristinare una amicizia tra Guelfi e Ghibellini), finirà peggio. E finirà, anzi si impantanerà, sul caso dell’inagibilità politica del senatore Silvio Berlusconi. 

La sentenza della Cassazione ha un “profumo” politico. Nessuno me lo toglie dalla testa e questo in un Paese che si professa democratico non è giustificabile. Se non è giustificabile è chiaro che Berlusconi deve rimanere all’interno del Senato. La sinistra lo teme troppo e sa che alle prossime elezioni non è detto che vinca anche schierando l’alfiere Matteo Renzi. Qual è l’unica soluzione: trovare una modalità giuridica per tenerlo fuori dai giochi. Se questa è democrazia…
Se la sentenza ha una declinazione “politica”, pongo io la domanda: perché si dovrebbe dimettere? Io al posto suo non lo farei. Sicuramente vestirei i panni del “falco” e non della “colomba”.

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