Il cardinale Tarcisio Bertone, stretto collaboratore del papa emerito Benedetto XVI e suo Segretario di Stato, con l’arrivo del nuovo Pontefice è stato una sorta di convitato di pietra. Contestato esplicitamente da molte parti anche all’interno del Vaticano è rimasto saldo al suo posto nonostante le ipotesi di una sua sostituzione in autunno non siano mai state smentite con particolare forza dal direttore della sala stampa di Oltretevere. In queste settimane, che non devono essere state facili, Bertone è stato più di un passo indietro a Bergoglio. Nel recente viaggio a Rio per la Giornata mondiale della gioventù quasi non lo si è visto. Ora, con qualche giorno di ritardo rispetto al programma originario, è riuscito a guadagnare le ferie arrivando proprio oggi a Les Combes di Introd (Aosta), dove trascorrerà una decina di giorni di vacanza.
Qui ha immediatamente incontrato un cronista dell’Ansa cui ha rilasciato dichiarazioni che certamente non mancheranno di suscitare attenzioni in Santa Sede. Il segretario di Stato ha scelto infatti di parlare di Ior, l’istituto finanziario al centro di scandali (che pure hanno sfiorato lo stesso Bertone, ritenuto “sponsor” della gestione dell’ex direttore Cipriani, dimessosi recentemente) che hanno costretto papa Francesco ad intraprendere azioni di riforma molto forti e non ancora concluse.
”Lo Ior è stata ed è una grande risorsa per la Chiesa. Naturalmente, come ha detto il Papa, deve rispondere ai criteri di onestà e trasparenza come qualsiasi altra istituzione finanziaria umana”. Valori che lo Ior, secondo Bertone, ”deve rafforzare perchè è una istituzione della Chiesa”. Non solo, stando all’opinione del segretario di Stato così come riferita dall’Ansa, l’Istituto per le Opere di Religione, deve ”aiutare il Papa e la Chiesa in quella molteplicità di progetti, di promozione umana, di sviluppo, di educazione, di assistenza sociale che moltiplica in tutto il mondo e che fanno apprezzare proprio l’azione umanitaria della Chiesa in tutti i Paesi, specialmente nei Paesi del cosiddetto terzo e quarto mondo”.
Bertone ha anche detto di condividere l’azione di riforma voluta dal Pontefice. ”Certamente. Tra l’altro io sono presidente della Commissione cardinalizia di vigilanza, e questo processo l’abbiamo iniziato già prima dell’arrivo di Papa Francesco”. Bergoglio – ha aggiunto Bertone – “ha preso delle decisioni ben precise con la sua caratteristica di concretezza, di aderenza, di conoscenza, approfondimento dei problemi, e anche con la sua fiducia nelle persone. Direi un vasto raggio di collaborazione”, perché il Pontefice ”prende da tutto il mondo e fa vedere anche in questo campo, come in tutti gli altri campi, l’universalità della Chiesa e la convergenza, direi delle competenze, delle professionalità maggiori proprio per il bene della Chiesa e per il bene della società”.
In sala stampa padre Lombardi sarà impegnato a rispondere alle domande dei vaticanisti, scatenati nel chiedere se la “linea” di Bertone sullo Ior è la stessa di papa Francesco e se la sua intervista sia stata concordata o comunque condivisa con il Santo Padre. La sensazione è che l’uscita mediatica del segretario di Stato nel primo giorno di vacanza non sia stata accolta dall’altra parte del Tevere con grande entusiasmo. Queste almeno le prime indiscrezioni che filtrano e che qui citiamo in versione addolcita. La stagione dei leaks è finita, si spera, ma quella dei veleni no. Proprio no.