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Ora il Brasile chiuda il caso Battisti. Parla Renata Bueno

La vicenda di Cesare Battisti, l’ex terrorista condannato all’ergastolo per diversi omicidi durante gli anni di piombo, è seguita con attenzione dal ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri. Battisti vive in Brasile ma è stato condannato per “falsificazione di documenti” e uso di passaporto falso. Ora rischia l’espulsione.

La settimana scorsa il ministro Cancellieri ha detto che in caso dovesse essere espulso, il procuratore generale della Corte di Appello di Milano provvederà immediatamente a dare esecuzione alla pena, sulla base del provvedimento emesso il 17 aprile 2007.

Secondo Renata Bueno, deputata italo-brasiliana del Gruppo Misto, eletta in rappresentanza degli italiani all’estero, Battisti ha ricevuto la condanna in Brasile e ha fatto un ricorso che è stato rifiutato. In un’intervista con Formiche.net, la deputata ha detto che questa è un’opportunità che dà la giustizia brasiliana per concludere una oscura storia.

“Cesare Battisti da cinque anni è diventato una leggenda in Brasile. Il governo (brasiliano) ha sbagliato fin dall’inizio a non autorizzare l’estradizione in Italia. L’Italia aveva tutto il diritto di chiedere il suo rientro per fare un processo adeguato. Non si capisce perché il governo non l’ha autorizzato”, spiega Bueno.

“La giustizia purtroppo deve curare quello che è compito del governo. In Brasile sta avvenendo una politicizzazione della giustizia. La giustizia deve ormai assumersi le responsabilità e gli obblighi del governo”, dice. E conclude: “Non so se è il caso perché il Pd è molto vicino al presidente Dilma Rousseff però è il momento di riprendere il discorso e andare avanti perché ci vuole una conclusione in questa faccenda di Battisti”.

La partita economica
Tra l’Italia e il Brasile ci sono forti legami. Non solo culturali e demografici; gli italiani di prima e seconda generazione residenti in Brasile sono più di 20 milioni. La partita economica tra i due Paesi è anche molto importante: l’ambasciata del Brasile in Italia calcola che nel 2012 l’Italia si è confermata l’ottavo fornitore su scala mondiale del Brasile e il secondo tra i Paesi europei dopo la Germania. “Durante il 2012, la presenza economica italiana in Brasile è cresciuta grazie ad un aumento dei flussi di investimento del 145% rispetto al 2011. Le imprese italiane sono 743, mentre nel 2011 erano 585. Lo scambio commerciale ha un fatturato di 10,7 miliardi di dollari”, indica il sito dell’ambasciata.
Un fattore che influisce sono gli investimenti preparativi di eventi di grande rilevanza internazionale: la già passata Giornata Mondiale della Gioventù e la Coppa del Mondo di Calcio nel 2014 e i Giochi Olimpici di Rio de Janeiro nel 2016.

I grandi appuntamenti
Secondo Bueno, questi eventi internazionali portano con sé grandi risorse per il Paese che li ospita. “È una catena di grandi eventi. Il Brasile ha dovuto investire tanto per potere strutturarli. Sappiamo che il Paese non ha queste risorse a disposizione per investire ma è certo che questi soldi in un modo o nell’altro ritornano. Con il turismo, con il consumo”, chiarisce.

Il Paese delle contraddizioni
Il Brasile, anche a livello visivo, è un Paese di enormi contraddizioni. Grandi grattacieli di lusso spiccano in un paesaggio urbano circondato da favelas. Per Bueno, il Brasile non è un Paese ricco ma è un’economica in crescita.
“Abbiamo una proiezione internazionale forte, di immagine all’estero. Le aziende non investono più un euro in Europa ma vogliono investire in Brasile. Lì c’è una prospettiva di futuro. Però questa crescita economica non si trasferisce in un progresso sociale”.
In Brasile, purtroppo, questa crescita economica non si riflette sulle infrastrutture di base. La sanità pubblica, la sicurezza e l’istruzione sono problemi gravi. Bueno sostiene che “sono questioni quotidiane. Il problema del governo brasiliano è che non vengono sviluppati servizi di qualità. Il miracolo brasiliano non è vero. È semplicemente la storia di un Paese con grandi capacità per essere una potenza economica della regione”.


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