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Perché il Brasile scalpita per l’accordo Ue-Mercosur

La sfida del nuovo direttore generale del’Organizzazione mondiale del commercio, il brasiliano Roberto Azevedo, sarà scavalcare l’impasse del Doha Round, puntando quindi a gettare le basi per nuovi accordi commerciali multilaterali. Nell’attesa che si sblocchi lo stallo, l’attenzione dei Paesi si è concentrata infatti su trattati bilaterali e regionali. E il Brasile tenta ora di seguire l’esempio del dinamismo Usa lavorando ad un accordo con l’Unione europea.

Il Brasile infatti è pronto ad accelerare su un proprio accordo di libero scambio con Bruxelles dopo anni di infruttuosi negoziati, avviati nel 1999, per un’intesa con Bruxelles che coinvolgesse tutti e quattro i Paese del Mercosur (Brasile, Argentina, Venezuela, Paraguay e Uruguay).

L’accordo Ue-Mercosur e le mosse brasiliane

Stando a quanto anticipato al Financial Times dal ministro degli Esteri brasiliano, Antonio Patriota Brasilia intende presentare questo mese una proposta di accordo commerciale Mercosur-Ue, in modo da procedere poi con una propria iniziativa nazionale. “Ci sono condizioni oggettive che creano forti incentivi per un passo avanti sul fronte Ue-Mercosur”, ha detto, aggiungendo che si prevede che poi “ogni singolo Paese del Mercosur sarà in grado di negoziare a velocità diverse”.

L’accordo dovrebbe valere circa 80 miliardi di dollari di commercio bilaterale tra Ue e Brasile, che nel 2011 ha rappresentato il 37% degli scambi di tutta l’America Latina con Bruxelles.

Il motivo dell’interesse di Brasilia

Perché il Brasile vuole a tutti i costi un accordo con Bruxelles? Il Paese sudamericano è stato riclassificato come una Nazione dal reddito medio alto, un salto in avanti che d’altra parte dovrebbe fargli perdere privilegi commerciali con l’Unione europea a partire dal prossimo anno. L’unico modo per garantirseli sarebbe quindi un accordo simile con Bruxelles.

Il legame con il Mercosur

Le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio (Omc, World Trade Organization – Wto) permettono ai Paesi membri di avere tariffe esterne diverse in un’area commerciale. Il Brasile ha sottolineato che il Paese resterà strettamente legato al Mercosur, portando avanti programmi commerciali diversi che avranno effetto solo all’interno del gruppo.

Il blocco della crescita

La mossa del Brasile di negoziare con Bruxelles indipendentemente dal Mercosur, che ha un Pil complessivo di oltre 3mila miliardi di dollari, riflette il tentativo di stimolare un’economia cresciuta solo dello 0,9% lo scorso anno. “E’ positivo che si vada d’accordo con i propri partner e vicini, ma il resto del mondo sta siglando accordi commerciali da cui il Brasile rischia di essere escluso”, ha osservato Arminio Fraga del fondo Gavea Investments ed ex governatore della Banca centrale brasiliana.

Gli accordi Ue-Usa e Tpp

Lo stallo delle trattative multilaterali del Doha Round, che il nuovo direttore generale del Wto, il brasiliano Roberto Azevedo, cercherà di riavviare dopo il suo insediamento a settembre, ha portato ad una spinta ai trattati bilaterali ed accordi regionali. I più importanti, il patto commerciale Usa-Ue e la Trans Pacific Partnership  (Tpp) tra Usa e 11 Paesi asiatici, capitanati dal Giappone di Shinzo Abe.

“Rompere il patto con il Mercosur avrebbe un senso commerciale per il Brasile. Se si considera il forte protezionismo nascosto dell’Argentina, ogni partner commerciale, come l’Ue, sa che un accordo con il Mercosur non vale di certo quello che si promette su carta”, ha spiegato Simon Evenett, docente alla svizzera St Gallen University.

Il nuovo pragmatismo della diplomazia commerciale brasiliana

Segni di un nuovo pragmatismo nella diplomazia commerciale brasiliana arrivano dopo le proteste che hanno scosso il Paese prima e durante il campionato di calcio della Confederations Cup, e punta dritto alla visita del presidente Dilma Rousseff a Washington il 23 ottobre.

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