L’estenuante tira e molla sull’Imu prima casa si arricchisce dell’ennesimo intervento di Renato Brunetta che, questa volta in versione colomba, non si capacità di come mai le altre forze di maggioranza non convergano insieme al Pdl sulla proposta di integrale abrogazione dell’Imu prima casa (costo 4 miliardi di euro).
A suo dire, infatti, questa battaglia del Pdl sull’Imu non è per pagare una cambiale elettorale, ma per rilanciare l’economia del Paese.
Se ad agitare i sonni del Pdl sull’Imu non è presentarsi alle prossime elezioni con una bandiera da sventolare, ma presentarsi al Paese con proposte per la crescita dell’economia, perché allora non aderiscono loro alla proposta di Scelta Civica di limitare gli interventi sull’Imu a un paio di miliardi di euro (comunque sufficienti a esentare totalmente dall’imposta oltre il 70% delle prime case degli italiani) e investirne tre per ridurre l’aliquota IVA sul settore turistico dal 10% al 4%?
Questo sì che sarebbe uno choc capace di incidere sulle dinamiche di crescita di un settore economico tra quelli realmente determinanti per il futuro del Paese.
Il settore immobiliare è anch’esso fondamentale, ma il modo migliore di aiutarlo è far girare l’economia: quello immobiliare è un settore che amplifica la crescita, non un settore che la determina. Senza lavoro, non ci sono soldi per comprare, ristrutturare e affittare case. Senza attività economiche, non ci sono immobili strumentali, solo capannoni sfitti e cattedrali nel deserto. Con un po’ di buona volontà, anche Brunetta e gli amici del Pdl, nonché quelli del Pd, possono arrivarci. Se invece saranno in grado di dimostrare che due miliardi per detassare integralmente pure le prime case di circa il 20% residuo di proprietari più abbienti possono incidere sulla crescita economica più dell’intervento che proponiamo noi sul turismo, o altri che potrebbero essere valutati su altri settori o ambiti di attività economica, sarà la volta buona che Brunetta vincerà quel Nobel per l’economia a suo dire sfiorato in passato.
Enrico Zanetti è il responsabile fisco di Scelta Civica e vicepresidente della Commissione Finanze della Camera