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Chi è il nuovo numero 2 di Al Qaeda che minaccia l’Occidente

Il suo nome esteso è Nasir Abdel Karim al-Wuhayshi ma è anche chiamato, più brevemente, Naser al-Wahishi. Ha persino un nickname, Abu Basir. Non è un personaggio di un romanzo ma un emiro, un emiro votato alla causa di Al Qaeda.

Nato in Yemen, è stato segretario del leader storico Osama bin Laden in Afghanistan fino al 2001. In seguito venne arrestato dalle autorità iraniane e trasferito quindi nel carcere di massima sicurezza di Sana’a (capitale del nativo Yemen) da dove, nel febbraio del 2006, riesce a fuggire insieme ad altri 22 criminali. Riesce a divenire il capo della filiale yemenita di Al Qaeda dopo l’eliminazione con un attacco dei droni Usa del leader precedente. Esercita una autorità ed una influenza notevole essendo stato per lungo tempo il principale collaboratore di Bin Laden e, nel 2009, è stato l’autore, dell’alleanza fra le “filiali” di Arabia Saudita e Yemen di Al Qaeda che ha dato luogo ad AQAP (Al Qaeda Penisola Araba). In un messaggio postato online e diffuso da Al Jazeera a fine anno (il 30 dicembre 2009) è stato il successore di Osama, Ayman Al-Zawahiri a confermare il ruolo di al-Wuhayshi quale numero uno dell’AQAP.

Nelle ultime settimane, l’emiro yemenita ha salito un altro gradino nella scala del terrorismo jihadista: sarebbe stato incoronato numero 2 dell’organizzazione globale di Al Qaeda. E sempre lui, al-Wuhayshi, sarebbe alla base dell’allerta Usa e così si spiegherebbe tutta l’attenzione verso lo Yemen. Sarebbero infatti le comunicazioni intercettate lungo l’asse Yemen-Pakistan (dove ancora si nasconderebbe Al-Zawahiri) a destare la preoccupazione dell’Amministrazione Obama.

Secondo gli analisti dell’intelligence la presa della guerra santa starebbe modificando il suo baricentro, dalle regioni di Afghanistan e Pakistan, all’area araba dove, per l’appunto, “regna” al-Wuhayshi che risulterebbe anche più carismatico di Al-Zawahiri. Secondo l’esperto di terrorismo della Cnn, Paul Cruickshank, l’eventuale (e malaugurato) successo di un’azione terroristica potrebbe favorire l’emiro yemenita in una raccolta fondi in Arabia Saudita e nei paesi del Golfo. E se l’ex segretario di Osama bin Laden coltiva l’ambizione di prendere il posto dell’ex leader, si capisce l’apprensione dell’intelligence Usa a sventare questa pericolosissima ascesa.


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