In primo piano restano Silvio Berlusconi e la via d’uscita per una resurrezione politica ancora tutta da trovare. Ma in secondo piano, complice la sentenza definitiva di condanna che pesa sulla sua testa, si fa sempre più intenso il dibattito su che ne sarà del centrodestra dopo di lui.
La solitudine dei moderati secondo Galli della Loggia
Dopo lo speciale di Formiche.net sull’argomento nei giorni scorsi, è l’editoriale di Ernesto Galli della Loggia di ieri ad aver riacceso la discussione. L’editorialista del Corriere della Sera ha analizzato nel suo commento la “solitudine dei moderati” e la crisi di rappresentanza politica che questa parte di elettorato attraverserebbe da sempre.
Il vero problema per Sangiuliano
Alle sue parole ha risposto ieri su Formiche.net il vicedirettore del Tg1 Gennaro Sangiuliano che ha criticato la “liquidazione banale” di quel mondo fatta da Galli della Loggia e ricordato il notevole contributo culturale dato dalla destra al Paese. Per il giornalista della Rai, non è il popolo moderato il problema ma l’inadeguatezza della classe politica che dovrebbe rappresentarlo. Così a un popolo mediamente colto, curioso, stimolante corrisponde un ceto politico da “Twiga e Billionaire” non all’altezza.
D’Onofrio per l’unità dei moderati in nome del Ppe
Sempre su Formiche.net, anche il componente della commissione sulle riforme Francesco D’Onofrio ha detto la sua sul tema, prendendo come riferimento l’esperienza della Dc. Se Sangiuliano è per un modello tedesco con la destra autonoma ma alleata al centro, D’Onofrio pensa invece a un solo grande partito di ispirazione europea nel segno del Ppe da contrapporre a una forza socialista.
L’ironia di Ferrara sul “moderato frustrato”
Corsivetto gustoso di Giuliano Ferrara sul Foglio che ironizza sul “moderato frustrato” descritto da Galli della Loggia: “Il frustrato sofisticato di rango, come l’editorialista menzionato, arriva a criticare antropologicamente e civilmente perfino se stesso”. Per l’Elefantino, “tutti i moderati e tutta la sinistra non si mischiano, nemmeno con sé medesimi, non gli va bene la serietà al governo di Prodi e Bersani, non il governo dei banchieri e dei bocconiani, non l’uomo forte di sinistra, non il milanese intraprendente che deposita sullo Stato il suo carisma privato, niente di niente li soddisfa, li completa”. E dopo aver indagato sulla fenomenologia moderata, arriva a chiedersi: “Ma dove vivono i moderati?”.
Mal comune mezzo gaudio per Belpietro
Critico su Galli della Loggia anche il direttore di Libero Maurizio Belpietro, soprattutto per l’accostamento tra Forza Italia e l’Uomo qualunque. Il destino dei due movimenti è stato invece totalmente diverso, secondo il giornalista, perché se quello di Giannini è sparito in pochi anni, il partito di Berlusconi ha invece segnato la storia del Paese dai primi anni Novanta a oggi. E sottolinea come la crisi di rappresentanza non sia un’esclusiva del Pdl ma “affare di tutti i partiti e tutte le aree politiche”.