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Direzione Pd, di cosa (non) si parlerà

Congresso, questo sconosciuto. Oggi il Partito Democratico si riunirà alle 19 nella sua Direzione nazionale. All’ordine del giorno, si legge: “Situazione politica: relazione del segretario”. Ma come? Non ci si era lasciati nella sconclusionata riunione del 26 luglio con la promessa di decidere tutto oggi per quel che riguarda il futuro di Largo Del Nazareno. Come ha detto il vicepresidente vicario del Parlamento europeo nonché candidato alla segreteria del Pd Gianni Pittella, di “attendismo e tatticismo” si può anche morire. Ma tant’è. Questa è la linea che sembra prevalere, dopo il big bang della sentenza su Berlusconi.

Così al centro dell’agenda democratica, c’è la tenuta o meno del governo di larghe intese. Chi sarà il primo a staccare la spina? Enrico Letta sarà oggi in Direzione e chiederà maggiore sostegno al suo esecutivo da parte del partito, pur ribadendo che “non si farà logorare” dalle bizze del Pdl. La barra su cui si muove il segretario del Pd, ha tenuto a sottolinearlo nella sua intervista al Corriere della Sera di ieri, è dritta e non ammette sconti al Cavaliere.

Le indiscrezioni di stampa rivelano addirittura che ai piani alti del Pd si ragionerebbe su un piano B: ritorno alle urne a novembre dove a sfidarsi per la candidatura Pd potrebbero essere lo stesso premier e Matteo Renzi.

Si incontreranno oggi i due ipotetici rivali ma il sindaco di Firenze, come ormai d’abitudine, non ha intenzione di parlare. Del resto, lo ha già fatto in modo piuttosto chiaro ieri dai palchi di due feste Pd in Emilia. Il sindaco di Firenze è tornato a “scuotere” l'”amico Enrico” e a chiedere a Epifani una data certa per il Congresso.  Ma su questo tema, il segretario avrebbe intenzione di rimandare tutto a settembre, all’Assemblea nazionale.

Una scelta che non piace ai renziani, convinti che i suoi mille componenti rappresentino poco ormai i nuovi equilibri nel Pd. Sul tavolo non c’è ancora un accordo sulle regole ma il documento messo a punto dal’europarlamentare Roberto Gualtieri, a cui era stato affidato il compito di trovare una mediazione tra le varie anime, prevedrebbe un congresso in tre fasi: segretari di circolo, comunali, provinciali eletti dagli iscritti, poi primarie aperte a iscritti e aderenti per i comitati regionali, infine l’elezione del segretario nazionale con nuove primarie aperte anche a non iscritti, così come vorrebbero i renziani ma anche Gianni Pittella, Pippo Civati e Gianni Cuperlo. Resta aperta. e lo sarà ancora per chissà quanto tempo, la questione dell’automatismo tra il ruolo di segretario e quello di candidato a premier, come previsto dall’attuale statuto del Pd.

Intanto occhi puntati a quello che emergerà dalla Direzione anche da parte del Pdl. Perché, come ha commentato Fabrizio Cicchitto, “ci auguriamo che dalla riunione della direzione di oggi del Pd, venga un messaggio di responsabilità e di tenuta del governo, il che implica anche il rispetto per le altre forze politiche che fanno parte della maggioranza”. Le sorti del Pd e del Pdl sono quanto mai intrecciate.



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