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Due pesi, due misure

Oggi molti giornali, da Huffington Post al Corriere hanno hanno pubblicato la notizia di una ragazza di 17 anni fotografata ad un concerto di Eminem mentre praticava sesso orale a due ragazzi.

La vicenda è assurda e grottesca, non meriterebbe nemmeno di discuterne se nonché, la discussione che ne è emersa ha messo in evidenza un fatto molto particolare, ossia il perpetuarsi degli stereotipi di genere tipici di una cultura maschilista e misogina.

Qualcuno, evidentemente più interessato a ciò che accadeva tra gli spettatori che non al concerto, ha fotografato la scena piccante e imbarazzante, di questa giovane in preda a non si sa quale pazzia momentanea, e poi, non soddisfatto, ha anche pubblicato la foto online e diffuso il tutto. Attraverso le classiche operazioni del “condividi” e del “re-tweet” l’immagine ha fatto il giro del mondo e la ragazza, una volta scoperto il tutto è finita in ospedale per uno shock.

Sotto shock sono anche la famiglia e la comunità da cui la ragazza proviene, un paesino della cattolicissima Irlanda.

Assunto che per fare certe cose ci sono luoghi più adatti, assunto che chi ha fatto la fotografia e l’ha pure condivisa poteva tranquillamente farsi i fatti propri, c’è anche da constatare il gap di trattamento tra la ragazza e i due ragazzi coinvolti nella vicenda.

Mentre la ragazza viene messa alla berlina e resa oggetto di ironie, scherno ed offese, dei due ragazzi nessuno parla. Questa differenza di trattamento è esemplare, in una vicenda imbarazzante ma di poco conto. In effetti, mentre alla ragazza viene attaccata l’etichetta di sgualdrina, ai due baldi giovani non viene detto altrettanto. Sono sguladrini tanto quanto la ragazza se proprio vogliamo dirlo, anche se, a fare i moralisti e i puri si fa sempre presto ed è comodo. Puntare il dito contro gli altri è sempre facile. Non entriamo nel merito del “giusto” e dello “sbagliato”, questi sono fatti che restano sotto il giudizio della coscienza di chi certe azioni compie, ma noi che osserviamo, la gente comune che commenta e condivide le foto e gli status, cosa dice?

Le offese sono tutte indirizzate alla ragazza “poco di buono”, alla “santarellina” che poi esplode in un contesto di furori, alcool e magari pure droghe, dicono i più moralizzatori. Ma di questi due fanciulli nessuno dice nulla. Anzi, come sempre, a loro vanno pacche sulle spalle per aver messo in luce la propria (turpe) virilità e dunque maschilità, mentre la ragazza è una poco di buono. La donna queste cose non le deve fare e se le fa allora è “una di quelle”, ossia una prostituta.

Due pesi e due misure, in una semplice vicenda sicuramente imbarazzante, che mette in evidenza quanto la nostra mentalità, il nostro approccio alle cose sia fortemente maschilista e misogino, rivolto sempre a giustificare quanto fatto dall’uomo e a condannare quanto fatto dalla donna. Mai si dice che tutti hanno sbagliato o tutti hanno fatto bene, che quei due sono dei mascalzoni o dei pervertiti, no si dice che è la ragazza la “finta santa” e dunque di lei se ne fa un bersaglio facile.

La violenza di genere si esplica anche in questo, in giudizi definitivi univoci che giustificano e anzi glorificano (a volte) l’azione dell’uomo quando è azione “virile” e condanna la donna che non è composta e che ha fatto, forse, una sciocchezza.



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