Scegliere, liberamente, chi amare, con chi condividere il proprio amore, i propri affetti, e la propria vita… Alla donna questa libertà non è permessa mai: e se lo fa, mette a repentaglio la propria vita, come è accaduto alla 31enne Lucia Bellucci e, dall’inizio dell’anno, ad altre settantotto donne che hanno osato rivendicare la propria libertà. Il 44enne Vittorio Cicconi, affermato avvocato di Verona, prima ha attirato la Bellucci ad una cena e poi l’ha uccisa con due coltellate nascondendo il corpo nella sua auto. Un sequestro simulato ed un omicidio progettato.
Scrive su Repubblica Michela Marzano che il decreto anti stalking non basta, perché “[…] La violenza non si può eliminare del tutto. Ma la si può contenere. E per farlo, la chiave è e sarà sempre l’educazione. Per far capire a tutti e tutte, fin da piccoli, che il proprio valore è intrinseco e non strumentale, che ogni persona, a differenza delle cose che hanno un prezzo, non ha mai un prezzo ma una dignità”. Non sono d’accordo. L’educazione non dice nulla, è una ricetta vecchia di migliaia e migliaia di anni: risale a Platone! E poi: chi educa l’educatore? Si è fermi ancora a migliaia e migliaia di anni se si ritiene che la violenza non si può eliminare del tutto: vuol dire ‘credere’ alla favoletta del ‘peccato originale’, ossia che ‘la nascita’ e’ malata. Lo diceva anche Sigmund Freud! E la Marzano precisa: “[…] Non si puo’ combattere la violenza se non si educano le donne alla consapevolezza del proprio valore e della propria libertà. Esattamente come non si può combattere la violenza se non si educano gli uomini alla consapevolezza del valore e della libertà altrui”. Non ci siamo proprio! Quando si arriva a progettare lucidamente la morte altrui e la propria – omicidio/suicidio – è perché si ritiene che la propria e l’altrui vita non valgono nulla: e dare due coltellate e’ come un insulto, un vaffanculo! Se c’è da riflettere assai su questo fenomeno sociale inquietante, la mattanza di donne da parte di uomini anche colti ed affermati, che probabilmente si sentono lesi nella loro identità di padroni e/o pater familias per cui possono disporre a proprio piacimento della donna, altrettanto occorre fare su un fenomeno altrettanto serio: continuare a proporre ‘ricette’ false ed ingannevoli che non intaccano lo status quo, che tutto cambi perché nulla cambi, rispetto invece ad affermare il principio elementare: la donna è un essere umano uguale all’uomo per la nascita, ma diverso per il corpo e soprattutto per il pensiero. La donna, insomma, non e’, “un essere strano, mal riuscito”, come diceva Freud che, non conoscendo ‘il desiderio’, si ritrovava in sintonia con l’anatema della Chiesa: “vade retro Satana, tentazione dell’anima mia!”, per cui alla donna erano assegnati precisi compiti: fare figli, procreare, allevarli, accudire alla casa, servire l’uomo che lavora e mantiene la famiglia e che può, se e quando vuole, permettersi ogni sorta di libertà. Ribellarsi a questa atavica cultura che abolisce ogni discorso sulla sessualità umana, è il primo passo per cambiare realmente lo status quo!