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Il presidente Grasso parla di Tav e Muos e persino il Pd si dissocia

Può il presidente del Senato, che è la seconda carica dello Stato, parlare di argomenti delicati e che sono al centro di discussioni animate, violenze e processi, con incomprensibile leggerezza?

La risposta dovrebbe essere negativa e tanto più se a sedere sullo scranno più alto di palazzo Madama è un magistrato e non uno qualunque ma l’ex procuratore nazionale antimafia. Nessuno come Pietro Grasso dovrebbe sapere l’importanza del rispetto della legge. Invece di ribadire le ragioni dello Stato che rappresenta e le scelte che sono frutto di un percorso ad ostacoli pienamente legittimato dal punto di vista democratico (non solo le leggi ma le deliberazioni di tutti i soggetti elettivi coinvolti), gli è capitato – intervenendo all’ennesimo convegno cui non fa mancare la sua presenza – di svolgere una riflessione tautologica su opere strategiche come la Tav, la Tap e il Muos.

Le sue dichiarazioni sono, ed è un dispiacere doverlo segnalare, superficiali, dicono e non dicono. Non sono degne di una figura istituzionale apicale. Forse il presidente del Senato si sente lanciato in una campagna elettorale per ascendere al Quirinale, come l’Espresso ha immaginato. Per essere capo dello Stato non servono solo i voti dei grillini. È necessario anzitutto senso dello Stato, quello che nell’uscita odierna di Grasso non è stato possibile cogliere.

Cosa ha detto Grasso
Oggi non si può più ritenere di realizzare una grande opera infrastrutturale, frutto di applicazione scientifico-tecnologica, senza prima valutarne insieme a tutte le componenti interessate l’impatto ambientale e sociale, anche per evitare situazioni di conflitto, a volte lungo anni, con ripercussioni sotto il profilo dell’ordine pubblico“. Lo ha detto il presidente del Senato Grasso intervenendo alla 46esima edizione del Seminario Internazionale sulle Emergenze Planetarie che si apre oggi a Erice. “In Italia – ha aggiunto – gli esempi della Tav, della Tap e del Muos in questo sono emblematici. Forse era possibile arrivare a soluzioni diverse con un approccio diverso: qualsiasi applicazione tecnologica deve quindi essere preventivamente affiancata da valutazioni di ordine politico, economico, culturale e sociale“.

Il presidente della regione Piemonte non ci sta
Con riferimento alle dichiarazioni del Presidente del Senato Grasso va assolutamente evitato che le stesse, fatte da chi fino ad oggi non si è mai occupato di Tav, vengano strumentalizzate“: lo dichiara su facebook il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota. “Sappiamo tutti – aggiunge – che da noi quando si parlava di opere pubbliche non c’è mai stata l’abitudine a spiegare bene il perché si facevano. A questo proposito, segnalo come Presidente della Regione di essermi già attivato per coinvolgere da subito i sindaci e le popolazioni interessate al terzo valico. Detto questo, sulla Tav, meno si parla per fare dibattito e meglio è. Il tracciato è stato rivisto, l’Osservatorio ha fatto migliaia di riunioni. Adesso basta! L’opera va fatta nei tempi più brevi possibili“.

Anche il Pd smentisce Grasso
Non mi pare che si possano strumentalizzare oltremisura le parole del presidente del Senato Grasso sulla realizzazione della Torino-Lione“: lo dice Giorgio Merlo, dirigente nazionale Pd. Merlo spiega che “le valutazioni di ordine politico, sociale, economico e sociale richiamate dal Presidente Grasso sono state fatte più e più volte negli ultimi anni dagli organismi competenti e preposti per progettare questa infrastruttura. È sufficiente informarsi da chi ha sfornato svariati progetti prima di arrivare a quello definitivo“.

E il senatore Esposito (Pd) gli da una bella lezione di legalità
“Per rendersi conto della situazione in Valle di Susa il presidente Grasso accetti la richiesta di un incontro che gli è già arrivata da Antonio Ferrentino, sindaco di Sant’Antonino, a nome ai altri amministratori locali”: è l’invito che Stefano Esposito, senatore del Pd, rivolge a Grasso dopo le sue dichiarazioni di oggi sulle questioni Tav. Esposito afferma che “il tema della concertazione e della condivisione” con gli enti locali interessati è stato “un punto qualificante e innovativo” del percorso che ha portato alla stesura di un nuovo progetto e all’apertura del cantiere di Chiomonte. Il parlamentare, in una nota, elenca le “204 riunioni, le 300 audizioni di cui 65 internazionali, i 10 gruppi di lavoro e i 9 quaderni pubblicati con tutti gli studi tra cui anche le voci contrarie“. Un dialogo, ha spiegato il parlamentare, portato “con chi si è reso disponibile e non ha rifiutato il confronto in maniera aprioristica e ideologica“. Quanto al tema dell’ordine pubblico, Esposito “suggerisce” a Grasso di chiedere al procuratore Giancarlo Caselli o ai sindaci di Chiomonte e Sant’Antonino “a che livello sia arrivato il clima di intimidazione” in Valle di Susa: “La sua lunga esperienza di grande magistrato antimafia – dice – gli consentirà di comprendere che la violenza non è opera dei cittadini valsusini ma di anarcoinsurrezionalisti di altre regioni italiane e da altri paesi d’Europa“.



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