La Cina è un mercato attraente anche per le grandi banche d’affari Made in Usa. E JPMorgan finisce ora nel mirino della Sec, la Consob statunitense, per essersi aggiudicata consulenze d’oro assumendo, in cambio, i figli di politici e di alti papaveri cinesi. Non proprio uno scandalo. La strategia basata su figli di papà e corruzione, sarebbe già stata sperimentata altrove, e sembrerebbe una pratica usuale tra le grandi investment bank americane.
L’accusa a JPMorgan
Le autorità federali Usa hanno infatti aperto un’inchiesta su un caso di presunta corruzione a carico di JP Morgan, accusata di aver assunto figli di alti funzionari cinesi in cambio del loro aiuto per ottenere ottimi affari nel loro Paese. Lo scrive il New York Times, citando fonti informate delle indagini.
Le assunzioni nel mirino
Secondo le accuse, la banca d’affari avrebbe assunto Tang Xiaoning, giovane figlio di Tang Shuangning, ex controllore del sistema bancario cinese e oggi presidente della China Everbright Group, un gruppo finanziario controllato dallo Stato. Dopo che il figlio entrò in Jp Morgan, la banca si assicurò molti incarichi da parte del colosso finanziario, tra cui una ricchissima consulenza di una filiale della società cinese circa l’offerta di azioni. Gli inquirenti stanno anche scavando sull’assunzione di Zhang Xixi, figlia del capo delle ferrovie cinesi che è stato poi arrestato per aver assegnato appalti in cambio di tangenti. Proprio sua figlia arrivò a Jp Morgan nel momento in cui la China Railway Group, l’ente ferroviario cinese, stava selezionando Jp Morgan tra i consulenti sul suo piano di trasformazione in una public company, una scelta molto frequente per le aziende controllate dal pubblico a Pechino. Con l’aiuto di Jp Morgan, la China Railway riuscì a raccogliere oltre 5 miliardi di dollari, quando divenne pubblica nel 2007.