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L’esercito sgombera la moschea Fateh e arresta il fratello del capo di Al Qaeda

All’indomani del “Giorno della collera” in Egitto si continua a respirare un elevato stato di tensione. L’esercito completato l’operazione di sgombero della moschea Fateh del Cairo, dove da stamane erano asserragliati un centinaio di irriducibili dei Fratelli Musulmani.

Intanto il premier egiziano ad interim, Hazem el-Beblawi, ha proposto al governo lo scioglimento della Fratellanza: “Non c’è spazio per la riconciliazione con chi ha le mani sporche di sangue e con chi ha seminato violenza”, ha dichiarato el-Beblawi, escludendo l’avvio di un confronto con i sostenitori del deposto presidente Mohamed Morsi.
Le forze di sicurezza egiziane hanno intanto arrestato Mohamed al Zawahiri, fratello di Ayman, capo di al Qaeda. L’arresto, ha riferito una fonte della sicurezza, è dovuto al sostegno di Mohamed al Zawahiri alla causa del presidente destituito Mohamed Morsi.
Zawahiri è stato arrestato in strada a Giza, un distretto del Cairo. Una fonte ha spiegato che è sospettato di coinvolgimento negli ultimi attacchi alle forze dell’ordine egiziane ad Al Arish, capitale della turbolenta provincia del Nord del Sinai.

Non è la prima volta che il fratello del capo di Al Qaeda viene arrestato. La prima volta accadde nel 1999 negli Emirati Arabi, dopo che un tribunale egiziano lo aveva condannato per reati legati al terrorismo. Dopo l’estradizione in Egitto, trascorse 12 anni in prigione, fino a marzo 2011, quando fu scarcerato nell’ambito dell’impegno del governo egiziano nel rimettere in libertà islamisti detenuti in casi politici. Ma fu arrestato di nuovo per una vecchia condanna del 1998, sempre per reati di terrorismo. Nel marzo del 2012 un tribunale lo aveva dichiarato innocente e rimesso in libertà.


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