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Un doppio attentato scuote il Libano. Perché il Medio Oriente continua a bruciare

L’incendio islamico nell’area mediorientale si estende in Libano. Nelle ultime ore si è registrato un attacco missilistico ad Israele (rivendicato da un gruppo affiliato ad al-Qaeda) e la pronta risposta di Israele. Quindi un duplice attentato dinamitardo in altrettante moschee nella cittadina di Tripoli nel nord del Paese. Il bilancio ancora provvisorio è di 27 morti e 358 feriti ma potrebbe salire ancora.

Non ci sono al momento rivendicazioni ma il primo ministro libanese ad interim, Najib Miqati, ha pochi dubbi. “La mano criminale una volta ancora ha colpito Tripoli” con l’obiettivo di “fomentare il conflitto” in Libano. “Ma Tripoli e la sua gente dimostreranno di nuovo che sono più forti della cospirazione e non permetteranno che il conflitto mini la loro fede in Dio e nella Nazione”.

Il Libano non è un Paese qualunque: confina con Israele e con la Siria e vi sono presenti le forze dell’Onu con la missione di pace Unifil attualmente guidata da un italiano, il generale Paolo Serra, il quale ha contattato i leader militari israeliani e libanesi per invitarli alla moderazione.

Nel comunicato diffuso dal quotidiano libanese Naharnet si afferma che Serra ha sottolineato la necessità di evitare il ricorso alla forza, invitando le due parti a collaborare con Unifil per scongiurare un’escalation che potrebbe avere pericolose ripercussioni su sicurezza e stabilità dell’intera regione.

Le ragioni di preoccupazione sono molteplici e non ne fa mistero la titolare della Farnesina. “Io non credo che siamo alla fine di un periodo drammatico”: “è un enorme scontro all’interno del mondo musulmano, non solo quello tradizionale tra sunniti e sciiti, ma all’interno della famiglia sunnita – ha precisato il ministro Bonino – per cui da una parte abbiamo Paesi come Qatar e Turchia, che hanno sempre sostenuto i Fratelli musulmani in Egitto e in Tunisia, e dall’altra Arabia Saudita, Kuwait ed Emirati, che sono più salafiti, wahabiti.

In questo gigantesco scontro, in questo momento Arabia Saudita, Emirati e Kuwait sono quelli che hanno più leve”. Lo scontro tra sunniti e sciiti e quello all’interno della famiglia sunnita porta così “in ebollizione, in uno stato drammatico, Paesi che vanno dalla Libia, passando per Egitto, Libano, Giordania, Siria, Paesi del Golfo, Turchia, per non parlare dei riflessi su Iran e Afghanistan”, ha denunciato il ministro.

Libano, leader Hezbollah accusa estremisti siriani per attentato a Beirut (fonte video: Euronews)



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